International Superstar Soccer (1994, Konami, Sportivo)
Passato è il mondiale, sento i piedi puzzare. Credo sia per il dramma di aver intrattenuto col calcio avventurette solo passeggere. È bello ma non ci vivrei, ed è duro, davvero duro e triste approcciarvisi col cervello anziché col cuore.
Ciononostante, ragazzi, qui si fa la storia del calcio videoludico. Non ve lo devo dire io e, a scrutare la vostra collezione di PES, è già tanto se riesco a non fare il Puffo Quattrocchi della situazione.
Cosa deve fare un videogioco per diventare una pietra miliare, uno dei pochi Street Fighter 2 che tracciano un eterno solco fra il prima e il dopo? Nel caso di ISS, avere un sincero desiderio di mettere il calcio televisivo sul tavolo operatorio e, sbavando e tentacolando, esperire cosa lo faccia funzionar davvero.
Dopodiché serve possedere un'anima che il calcio lo ami, e che dal più sfigato pallonetto a Coverciano sino alla ribalta del Bernabeu di pixel, convinca il giocatore a sentir sempre che quella plastica colorata che ha in mano, quel codice, è pallone.
Poi certo, i giocatori hanno dei nomi improbabili, il pubblico dagli spalti rumoreggia tal quale un motore da frigorifero, ma sono questi difetti che restano nel cuore del pischello, incastonati per sempre nei pomeriggi in cui fece amicizia con questo gioco ancora crisalide. Appena rinomini Ronarid in Ronaldo tu non lo sai, ma Ronaldo muore, e Ronarid diventa leggenda.
Lasciateci giusto le briciole a noi archivisti di meraviglie, che contempliamo il pertinace programmatore Yasuo Okuda e il cappellaio matto Koji Igarashi nello staff, o sogghignamo una volta scoperto che sulla musichetta della Modalità Allenamento si può cantare I Dolori del Giovane Walter di Bobo Rondelli.
Merita oggi? Ovvio che no, perché la versione Deluxe dell'anno seguente è deluxe. Ma parecchio più deluxe assai. Lo dice il titolo. Però, seppur Konami avesse già iniziato da anni ad annusarsi con il giuoco del pallone, a conti fatti il mito di PES e la sfida con FIFA nascono qui.