Entrambe le parti sono sviluppate abbastanza da poter sostenere un intero gioco da sole. Al contrario della norma del genere, Mario qui è acrobaticissimo, con un moveset così vario e versatile che l'hanno preso e copiato quasi pari pari per Super Mario 64, che sarebbe uscito di lì a poco. Anzi, se consideriamo cose come il salto dalle parallele e il camminare sulle mani, È il moveset più vario della sua storia. L'unico a rivaleggiare è Mario Odyssey, che però ha un level design talmente basilare e scarno che volendo si può ignorare quasi tutto.
E che dire della parte puzzle? Tra leve e chiavi, nemici da sfruttare a proprio vantaggio e i meravigliosi momenti in cui si possono piazzare piattaforme, scale e trampolini per alterare il level design in tempo reale, ognuno dei livelli sprizza idee da tutti i pori e introduce una nuova sfida, senza praticamente mai annullare la parte acrobatica platform ma anzi diventandone un complemento.
Il moveset finisce per diventare un cheat, però. Le occasioni in cui i due salti “rinforzati” si possono considerare l’unica soluzione si contano, a essere generosi, sulle dita di una mano.
Per il resto, usando un minimo-minimo di ingegno, rompono completamente la maggior parte delle sfide sia sul lato platform che su quello puzzle. Al netto di qualche bug di cui si fa bella mostra nelle speedrun, che le rompe ancora di più.
Non so se il manuale rivelasse queste mosse, ma il giocatore che le ha apprese osservando le scenette di intermezzo si rende subito conto che già il primissimo livello del gioco viene reso del tutto ridondante dal salto carpiato all’indietro. E non è l’unico.
La componente puzzle, dal canto suo, è almeno al 30% dedicata agli oggettini bonus. Che però servono solo a ottenere vite extra, e non è affatto difficile arrivare ad averne molte più di quante se ne possano perdere. Inoltre, se salvi il gioco in un livello qualsiasi, vengono salvate anche tutte le vite che hai: una generosità quasi inaudita da parte di Nintendo, che in un “vero” platformer in genere ti salva la posizione, ma ti resetta le vite.
E la difficoltà dei puzzle non viene mai portata alle estreme conseguenze. Forse preferirono mantenere i livelli più abbordabili perché era un gioco per il giovane pubblico del GB? Ma ecco, quando si ha fresco nella memoria quell’ultimo livello extra di Mario Wonder, ci si stupisce che DK94 non ci pensi mai a calcare la mano in quel modo.