Nulla mi toglie dalla testa che tra me e mia moglie, identica dieta, lei dimagrisse e io rimanessi stabile se non ingrassavo. Si, pesavo tutto e contavo tutto con lifesum, riempivo i bicchieri sempre allo stesso livello in modo che fossero sempre precisi.
Pero' qui nessuno ha mai detto che due stessi individui mangiando le stesse calorie reagiscono allo stesso modo!
Tu e tua moglie avete due metabolismi diversi. Do numeri a caso per rendere l'idea: a lei servono 2200 calorie per mantenere il peso, tu magari ne hai bisogno di 1800. Se mangiavate 2000 calorie, lei dimagriva e tu ingrassavi.
Il primo e' capire quale sia il fabbisogno giornaliero personale e questo lo si puo' fare unicamente facendo delle prove. Che ne so, si mangiano 2200 calorie al giorno per una/due settimane. Se si e' perso peso si aumentano di 100 al giorno, se si e' aumentati si riducono di 100, cosi' finche' non si rimane stabili.
@Konron: ho capito, ma tra non produrre assolutamente insulina a causa di una patologia ed il modo in cui ogni individuo reagisce alla stessa c'e' una bella differenza. Ci saranno sicuramente individui con una maggiore sensibilita' all'insulina, ma quanti siano quelli che non riescono a dimagrire a causa di questa sono una % che non fa statistica.
Ultimamente si stanno rivalutando i grassi e criticando i carboidrati (vedi le varie low-carb e paleo) perché dopo decenni di low-fat la gente sta mediamente peggio e sono in crescita patologie come diabete di tipo 2 e sindrome metabolica che sono collegati all'insulina.
Il diabete di tipo 2 (quando non genetico) viene se si e' obesi, il che non vuol dire che viene perche' si mangiano carboidrati, vuol dire che viene perche' ci si sfonda di carboidrati (tra le altre cose) e si diventa 200 chili di lardo, il problema non sono i carboidrati, e' il cervello di chi li mangia in quelle quantita'.