Credo che nel cinema propriamente detto esigenza visiva ed esigenza narrativa debbano collimare, quindi per quanto mi riguarda la pellicola di Villeneuve è efficacissima nel narrare spazi e personaggi tramite scenografie inondate da luce e tenebra, dove l'assenza di oggetti è colmata dai personaggi, e i pochissimi presenti sono parte integrante del "monologo" con essi (la statuetta della tauromachia, dal design essa stessa essenziale, ma narrativamente plastico). In un post precedente ho citato le scenografie teatrali non a caso.
Se dovessimo darcene proprio una ragione in termini di "world building", sulla cui efficacia nelle peculiarità di suggestione più che di didascalica rappresentazione ci ha già dato suggerimenti lo stile From Software, direi che i motivi di tale essenzialità, assieme all'uso di armi bianche ecc, si potrebbe ravvisare nelle conseguenze della guerra con le AI, quando probabilmente, al contrario, le case erano piene di dispositivi ed altri ammenicoli per placare l' horror vacui di una civiltà gonfia di niente e annoiata da tutto. Ora, al contrario, lo spazio si spoglia, e a riempirsi è la mente (calcoli, visioni...).
Tutto questo non viene detto, ma è lì che ci sussurra, ed è il tipo di narrazione che le mie stanche orecchie di anziano preferiscono