Visto venerdì sera, in una sala di piccole dimensioni (ahimè) con poca gente (una dozzina forse).
Premetto che conosco l'universo creato da Herbert per frequentazione indiretta da cultura popolare (visto il film di Lynch, giocato ai videogiochi, letto gli innumerevoli rimandi e citazioni da parte di altre opere culturali degli ultimi 50 anni...) e non per aver letto l'opera, che viene definita complessa, stratificata. Densa.
E' chiaramente un film che
vive in modo ESSENZIALE della fruizione su grande schermo (concordo al 100% con la volontà del regista di opporsi ad un'uscita contemporanea in streaming... perde troppo).
Notevole l'impatto visivo e - come detto da altri - sonoro, e
ancor più mirabile la ricerca estetica sottostante (pare quasi di intravvedere uno "studio" stilistico compatto e coordinato di ambienti e costumi come se fosse un Alien di Gigeriana memoria) che sposa bene l'estrema ambientazione futuristica (anno 10mila e rotti...) con tecnologie straordinarie ma non sfacciate: non ci sono cavi e computer in vista, schermi enormi, luci e lucine, ma un gioco di sottrazione quasi "
archeofuturista" (le "casate", il combattimento all'arma bianca, le legioni e il codice militare ... a un certo punto mi aspettavo uno SPARTANI! e vabbè...) impregnata di misticismo politico-religioso.
Come l'inevitabile "ma dai è uguale a Star Wars" chè magari è valido al contrario visto l'origine e la dichiarata ispirazione di Lucas per l'opera di Herbert
La "mise en place" a favorire più il dialogo e l'introspezione umana che l'action nuda e cruda è una scelta corretta, ma ho trovato personalmente
un po' troppo pesante il focus sul protagonista (ehm) e sui suoi turbamenti/sogni: all'ennesimo "sogno" di/con Zendaya anche bon basta.
Il film fa di tutto per evitare gli (inevitabili) spiegoni, e in questo ottiene IMHO un buon risultato, riuscendo in due ore e mezza ad arrivare dove arriva senza che lo spettatore ignaro resti interdetto chiedendosi "cosa cazzo ho visto? chi è sta gente?". C'è un solo punto - oltre la metà visione - in cui ho avuto la
netta impressione che attraverso un dialogo-spiegone si sia accellerato un po' troppo, ma
l'impresa di condensare un po' tutto quanto era e rimane certamente titanica.
Si badi, il film scorre via bene, e le due ore e mezza volano, letteralmente.
E il problema, allora, dov'è?
Forse la pecca più importante è che
non sviluppi alcun attaccamento ai personaggi, nemmeno con Paul Atreides:
sembrano tutti un po' buttati lì, il pilota-eroe Momoa, l'educatore Brolin, perfino il Duca Leto sembra una macchietta o poco più tratteggiato con pennellate grosse "non mi interessa delle spezia, voglio salvare 21 persone che non conosco!" e "ehi tu! sei l'erede non puoi esporti così!" ... adeguato che poi muoiano tutti
anche la madre - apropos gran donna Rebecca Ferguson, gran donna - ha la sua plotline buttata un po' così
e infine lui, il belloccio
non conosco l'attore Timothee Chalamet, è chiaramente un astro in rapida ascesa a Hollywood e belloccio al punto giusto per quest'epoca queer, con questa apparenza efebica e adeguatamente francese. Fisicamente è molto in parte, credo. Ma sulla recitazione, non so: credo si spari le pose più che recitare.
Un Kolossal, non un Blockbuster (cit.
@Mdk7 ).
Intrattiene e meraviglia (sensorialmente) ma forse non strega.
Andrò chiaramente a vedere la seconda parte quando la faranno uscire, ma ecco non sono qui a strapparmi le mutande in trepidante attesa diciamo.
Voto 7+ (per l'ambizione).