Anno 1989. In casa mia entra il NES. Sono esaltato, felice, quella grigia scatola da scarpe starà per regalarmi sogni da lì ai prossimi anni, basta solo infilare un cartuccione e la magia si apre al suo meglio in quella incredibile grafica pixelosa che nella mente di un bambino equivale a un cartone in 4K.
Anno 1992. L'Amiga 600 (ovvero l'Amiga 500 Slim) diventa il mio primo home computer. Ormai sono un ometto, tra poco andrò alle superiori e magari potrò anche sbizzarrirmi a farci qualche lavoretto sopra. Ma in fondo chissene... meglio esaltarsi di fronte a quella grafica limpida e quell'incredibile audio, senza contare la presenza di giochi più maturi e impegnativi, tipo quel Civilization che a forza di premere il passaggio del turno ti veniva un crampo al dito...
Anno 1995. La PlayStation. Ridge Racer. Per la prima volta non c'è più bisogno di andare in sala giochi per provare un gioco di guida decente. È estate, fa caldo, la finestra aperta, quella musica tamarra e quel turbinio di colori a video mi tengono incollato su quello strano modello di guida, ma tant'è. E poi per la prima volta un videogioco mi commuove: sarà Final Fantasy 7 con la morte di Aeris. Te lo ricordi manco fosse la prima trombata...
Anno 2001: PlayStation 2. Per un qualche motivo non riesco a ricordarmela. Non c'è più la carica emotiva del passato, ma forse è che è ora di passare al PC, con quegli sparatutto così belli e quegli strategici che fanno più "uomo". Non importa: GTA si gioca su console. e mi innamorerò di quel mattone nero, la prima ed unica console insieme al NES che non richiederà di andare in assistenza.
Anno 2008: Microsoft che fa una console - aspetta, c'era anche quell'altra, l'XBOX?! La lunga assenza dal mercato console, il passaggio al PC, gli studi in ingegneria e tutto quello che mi aveva interdetto fino ad allora da questo mondo cominciano a svanire di fronte a quelle emozioni che tornano a riaffiorare. Niko Belic sbarca a Liberty City, le locuste sbucano dal terreno, ed è subito amore. Il sangue torna a ribollire, la voglia di tornare a casa per "solo un'altra partita e via" ritorna e quel plasticone enorme sarà, a conti fatti la mia console di riferimento per gli anni a venire.
Ma il tempo passa, ed ecco comparire all'orizzonte una PlayStation 3, una Wii, un 3DS, per non parlare di questo boom di retrogaming che mi porta a recuperare una XBOX, un Dreamcast, un GameCube, un DS Lite.
Anno 2015: la realtà riprende il sopravvento. PlayStation 4. Tonnellate di aggiornamenti, mi espelle il BluRay, fa un casino della madonna e poi - dove sono i giochi? Intendo quelli che mi emozionano, quelli che piacciono a me. Ah, sono questi? Sembrano belli, ma perchè torno a casa da 1 mese di trasferta e devo aspettare 3 GigaByte di aggiornamento? Che schifezza è? No, guarda, mi sono rotto, torno alla 360. Ma non esce più niente, e allora protestiamo votando Trump, compriano una XBOX One S. Tiè!.
13 Novembre 2016. La mia compagna è impegnata, ho il pomeriggio libero, console avviata alle 15:30, 1 GigaByte di aggiornamento, aggiornamento controller, 5,5 Gb per giocare a Quantum Break. Sono le 18:00, forse per le 20:00 riuscirò a giocare, ma mi passa la voglia e ormai ho già offeso abbastanza santi per oggi.
Guardo quello scatolotto che mi sono preso, Il NES Mini, e ritorno indietro, a quando ancora si giocava.
Sorrido e penso che in fondo nonostante la tecnologia sia il mio lavoro, non riesco ancora a farmi una ragione di come si sia evoluto il mercato. Tonnellate di patch, interfacce sempre meno user friendly, automatismi eccessivi e poi quando devi configurare qualcosa a mano diventi rimbecillito.
È la generazione smartphone, quella delle centinaia di foto, tutte orrende, altro che i rullini da 24 o 36 che ogni foto prima di farla ci pensavi due volte. E quelle almeno le riguardavi, mentre invece oggi le foto le fai e non le guardi - forse lo farà qualcun altro in quel cesso di social network a cui ti sei iscritto (con falso nome, per evitare che gli HR vadano a farsi i cazzi tuoi prima di assumerti) solo perchè oggi le ragazze non ti danno il numero di telefono, ti danno il contatto FaceBook.
E arrivo a una conclusione: forse è davvero ora della pensione. Il mio prossimo controller mi farà la cacca in braccio e mi rigurgiterà sulla spalla, ma almeno mi terrà impegnato.
Crescerà e mi romperà le scatole per giocare uno di questi cosi, Scorpio 4 (e che è, una rivista erotica?) mostrandomi a che bella è la grafica, quante emozioni proverà e vorrà magari giocare con me. E ci proverò, salvo poi resistere 5 minuti con quegli occhiali che mi stordiranno e mi faranno sentire ridicolo.
Ma i fatti dicono questo: la mia generazione ha "inventato" le console che conoscevamo, ma dopo 25 anni è l'ora di un'altra generazione. Non importa se "i giovani d'oggi" non giocano più, guardano i giochi su YouTube o, in fondo, sono più interessati al multiplayer che al singleplayer, la verità è che non accetto cosa è diventato questo mondo. Aborro questa idea di console che vengono aggiornate ogni 2 anni perchè... perchè la console aveva un'anima, un suo io, la console era mia amica.
Quando ero triste io giocavo e i miei amici erano lì. Oggi i miei amici sono ancora lì, ma nello scaffale, mentre sotto alla TV c'è una roba che non vuole che io giochi, non vuole che io mi ci affezioni, vuole solo vendermi DLC e convincermi che collegarmi online al primo stronzo di chissà dove è meglio che una storia ben narrata da gustarsi in solitario.
Addio, console. Grazie per l'orologio (digitale) d'oro, è stato bello. Ogni tanto vi userò ma non conto più su di voi, come voi non contate più su di me, non vi servo. E ci lasciamo in pace, in attesa di quel controller rivoluzionario che mi chiamerà per nome e si aggiornerà piano piano.
E allora tornerò a essere felice, ed a emozionarmi per qualcosa.