Intendi come il grande Baffetto che è stato messo a fare il cancelliere democraticamente?
Se semplifichiamo fino a ridurre lo scambio a battute più o meno divertenti, sì. Ma dialetticamente possiamo fare di meglio; no?
bicameralismo paritario*
*che ad oggi hanno tre gatti al mondo, tra le altre cose, l'idiozia di questa argomentazione è gigantesca.
I giudizi tranchant a giochi fatti si vendono meglio su twitter. Qui discutiamo.
Il nostro bicameralismo perfetto nasce da un trascorso storico che non vorremmo più vedere. Possiamo essere o meno d'accordo su quanto sia oggi scongiurato il ripetersi di una certa storia; in ogni caso, saremo d'accordo nel ritenere che come lo sono ora, le due Camere costituiscono un eccellente freno al ripetersi di pericolose escalation.
Critica: ma così le due Camere frenano anche le riforme!
Fatto:
il "fenomeno delle navette" non è più, da tempo, significativo.
Critica: le dittature non si creano quando viene meno il bicameralismo paritario, ma quando le popolazioni perdono completamente la fiducia nella democrazia.
Fatto: l'elevato numero di votanti dimostra che alla bisogna, l'italiano alza il deretano dalla sedia. La democrazia, intesa, letteralmente, come 'popolo che governa sé stesso', trova qui la sua espressione manifesta.
Ora. Capisco sia difficile accettare il risultato di un voto quando il risultato è diverso da quello che avremmo voluto. Questo è il problema di essere arrivati al referendum. Un problema che non è dovuto a noi elettori ma a tutti i soggetti politici che nei mesi scorsi non solo non hanno lavorato in comunione, in accordo tra le parti, ma hanno strumentalizzato una riforma delicatissima che è stata scritta male, spiegata peggio e infine, data in pasto a un popolo largamente ignorante. Io per primo non avrei voluto votare: come si fa a votare una riforma così strutturale senza aver avuto la possibilità di discuterla preventivamente? Sarà mica sensato ridurre un dibattito fondamentale a un sì o un no, vero?
E tuttavia, al referendum ci siamo arrivati; con questo risultato.
Vogliamo farne una colpa collettiva e sentirci tutti più puliti?
Vogliamo ribadire chi ha votato sì, e additare gli altri?
Vogliamo sentirci dalla parte del giusto?
Personalmente vorrei solo Mattarella facesse un discorso di senno, ma con entusiasmo. Che ricordasse a tutti che il voto riguardava esclusivamente l'accettazione o il rifiuto della riforma proposta. Che evidenziasse, con rispetto, la necessità del governo di dover fare un atto di umiltà ma che contemporaneamente, lo spronasse a lavorare ancora, e a lavorare meglio.
Non ci servono elezioni. Ci serve una presa di coscienza forte, da parte di tutte le maggiori correnti politiche.