Scrivo così, per suggestioni, niente di meditato a lungo.
Ecco, questo tipo di giochi dove cominci senza sapere chi sei e dove ti trovi: Bioshock, Dark Souls, anche Torment perchè no, Talos, Portal. Sono diversi nelle meccaniche, ma hanno lo stesso punto di partenza e la quest, la domanda che ci accompagna, è dove porti tutto questo. Non è un caso che il primo oggetto che troviamo in Dark Souls ci dica proprio che "anche senza risposte dobbiamo proseguire" (There may be no answer, but one must still forge ahead). Sembra 'na frase del cazzo messa lì tanto per, e invece è il triste adagio che ci accompagna nella vita e nella ludovita.
In Portal la cosa è più fine e sottile.
Non ci sono dialoghi o terminali, ma i luoghi hanno delle cose da raccontare.
A un certo punto anzi, hai la sorpresa. All'inizio non ti chiedi cosa ci fai lì. Ci sono dei puzzle, li risolvo e fine. Poi, boom, il velo di Maya si squarcia. Il Matrix si disintegra in un lampo di luce. Meraviglioso.
Questo fa la differenza tra un semplice puzzle game e... questi, dove la narrazione non ha nulla a che fare con le meccaniche intrinseche, ma solleticano direttamente l'umano che è in noi.
In Talos, la cosa, te la sbattono in faccia, ma è comunque ben apparecchiata, e sotto c'è anche un racconto di fantascienza più che decente.
Non si capisce perché dobbiamo 'subire' queste rotture di palle di puzzle, ma sappiamo che se vogliamo uscirne, dobbiamo andare avanti. Forse anche nella vita è così. Ma nella vita non ci troviamo di fronte un enigma. È tutto più tranquillo, per certi versi. O l'enigma è velato e noi siamo troppo stupidi o seduti per capirlo?
Dov'è la porta d'uscita? Esiste? Non ci interessa?
La cosa sfocia nelle religioni e nelle filosofie e non voglio far diventare il thread il prossimo 'credi in dio?'
Talos, bene o male, mi ha fatto pensare a questo.
La situazione in cui si trova il protagonista di queste storie è la situazione della nostra esistenza. Dove la realtà non è definita. Lo scopo è oscuro. L'origine è dietro un'impenetrabile nebbia.
In Talos, alla fine, c'è l'inizio, la rinascita. O la nascita.
È giusto. Ogni presa di coscienza è una rinascita, una morte e resurrezione.
p.s. oltre al fatto che, mentre gioco, sto facendo ancora il dlc, penso costantemente pezzi di merda morite Croteam.
Ma è proprio quello che deve pensare un umano nei confronti delle divinità (chiuso OT).