Ok, finito.
Alla fine ero già oltre il punto di non ritorno e non potevo fare altro che proseguire.
Con calma mi leggerò il thread spoiler e mi vedrò qualche video di approfondimento/explaination per vedere se magari sono io che non ci ho capito niente,
ma non credo.
Dal punto di vista narrativa sono insoddisfatto, non posso dire altrimenti.
Il setting è meraviglioso, in assoluto uno dei migliori e più originale degli ultimi decenni, ma le vicende e i personaggi che lo popolano non mi hanno quasi mai interessato.
La storia in sè e il tema sottostante avevano potenziale, ma poi la chiusura in stile telenovela boh. Troppa roba buttata lì a far massa, troppe citazioncine, troppi inside jokes.
In generale, Death Stranding è stata comunque un'esperienza bellissima e coinvolgente, ben oltre alle mie aspettative che erano comunque alte. In 111ore non mi sono annoiano a giocare neanche un secondo: ogni scarpinata, ogni consegna, ogni scalata è stato un viaggio appagante. Mi sono divertito a pentastellare e a trovare hub nascosti così come scavallare ogni collina, superare ogni vetta. Ecco, ho odiato tutte le missioni con i MULI, cosa che mi fa pensare che MGSV non sia il mio pane.
A livello di design questo è, per la mia esperienza, il miglior Kojima di sempre (MGSV escluso, in quanto non giocato) e anche come producer si è mostrato a livelli altissimi. Come scrittura, rimanendo nelle cazzate giapponesi in cui Hideo sguazza, il Taro di Drakengard 3/Nier se lo mangia. Come regista (videoludico e cinematografico) ci sono cose sublimi e scivoloni notevoli.
Credo che in questo titolo Kojima sia caduto vittima di se stesso e di una fatica mentale (giustificabile, visto l'affaire Konami) che l'ha fatto riposare sugli allori, limitandosi a fare quello che gli altri si aspettano lui faccia. Una specie di Shyamalan, condannato a ripetere se stesso, ma che tira avanti egregiamente a fronte di un talento e un mestiere sempre buoni, spesso ai massimi livelli e talvolta inarrivabili.
Non voglio essere troppo duro perché comunque questo era un titolo molto particolare e su cui c'era una pressione pazzesca lato famiglia, pubblico, finanziatori, stampa e anche una sfida personale.
Anche solo il fatto che sia riuscito a portare a conclusione un progetto così ludicamente invendibile, la dice lunga sulla determinazioni e l'abilità del personaggio.
Credo che Kojima abbia nuove cose da imparare e altre su cui migliorare, ma sono certo che potrà farlo e non vedo l'ora di vedersi concretizzare la sua nuova opera.