Oh, che bell'anno. Proprio un bell'anno.
Questo, per me, è stato l'anno del grande ritorno, dopo un lustro passato a fare altro.
Quindi, nonostante tanti cazzi, è stato un grande anno. Il gioco che più ho amato è stato Vanishing of Ethan Carter. Bella l'idea, bello me mentre giocavo. Finito in due notti, e me le ricordo. Perfettamente).
A seguire:
Il Witcho (specie Heart of Stone e le tette di Margheritona, battona prestata alla magia ingiustamente relegata a comparsa in quel di Polonia).
Bayonetta (Arrivata nel 2014, ma giocatA in estate. Una run soltanto, a normal. Ma cribbio, che gameplay sopraffino. A 13 anni ci avrei passato l'adolescenza, per quanto onanismo sprigiona. Lei.).
MGSV: PP (mai giocato così tanto a qualcosa, ininterrottamente, così a lungo. In età adulto, dico. Un mese: dal 1 settembre all'1 ottobre. Una di quelle cose che, come The Witcher 3, influenzerà l'intero genere. L'intera industria. Il mio metro di paragone).
Forza 6 (ché i giochi di guida mi annoiano, ma Forza, nonostante la struttura noiosa come qualsiasi cosa post GT1, è riuscito a regalarmi qualcosa. Qualcosa come belle sensazioni, pad in mano. Tipo ch era da Project Gothem che non perdevo tanto tempo in una simulazione).
Poi, a seguire, in ordine sparso: Fallout 4, Dying Light, Resident Evil 1, il gioco di Ferruccio, persino The last of us, quello che non ho giocato. Tsè, quest'anno mi giocavo pure mia madre, se c'avevo tempo.
Oh, che bell'anno. Proprio un bell'anno.