Io dico la mia dopo qualche puntata, conoscendo i giochi ma non avendo letto i libri: i personaggi sono quelli. Geralt e Yennefer sono azzeccati oltre ogni aspettativa. Alcuni dialoghi sono ben studiati e Geralt si mostra arguto e pungente come dovrebbe.
Anche Jaskier (nuooooo) è buffo e divertente in corretta misura.
Le storie: sembra sempre che manchi qualcosa. Ok che chi conosce quel mondo e quei personaggi sopperisce alle mancate spiegazioni, ma per un ignaro sono polpettoni al gusto di escremento. Il mondo di The Witcher è ESTREMAMENTE derivativo, ma poi, declinato con acume ed intelligenza, diventa grembo di storie sentite ed affascinanti, con personaggi indimenticabili. Qui c’è solo il lato ridicolo di quel mondo, perché non contestualizzato, non approfondito, e con regole (astruse) mai spiegate.
La risoluzione della puntata con la nipote di Foltest NON HA SENSO per chi non conosce quelle regole.
Anche la “legge della sorpresa”... un interrogativo gigante sulle facce di chiunque non abbia mai sentito prima una roba del genere.
Alla critica ha fatto schifo, ma non è mica colpa della critica.
Da dentro è un adattamento sentito, ma con alti e bassi.
Da fuori è una cagata colossale che si prende troppo sul serio pur presentando qualche bel momento.
Poi la puntata del Djinn l’ho trovata terribile anche sapendo la storia. Anzi, forse proprio per quello.
Guarda, io sono mediamente deluso, è per questo che non ho più aspettative su niente di quello che gioco, vedo, leggo. È esattamente per questo che mi godo la visione bro, faccio presente ai novizi witcher "ehi bello, guarda che sono n'artra roba i libri" - così come quando arrivarono suo tempo FROTTE di entusiasti TW3 dissi "ehi bello, guarda che anche qua hanno cambiato un botto di roba, i libri, sono n'artra roba"
Sopporto.
Naturalmente tutti qui pendono per un media, c'è una preferenza, nel mio caso i videogiochi. Non ne faccio mistero. So che hanno cambiato molte cose dai libri, so che secondo alcuni sono cambi mal ricevuti. Ma qui dovrei sprofessoreggiare spiegare cosa significa costruire esattamente "The Aesthetics of Videogames"
Banalmente, mettiamola così, i cambi che CDPR fecero al corpus originale, vennero fatti per il bene del media, non per inseguire una certa fedeltà assennata ed impervia. In altre parole, non puoi lasciare il White Frost una glaciazione di origine naturale per dei videogiocatori, deve essere trasformata in una minaccia più seria che i giocatori, appunto prendano sul serio. Ecco perché divenne una entità alla Galactus, come spiegò lo stesso Jakub Szamalek, lead writer, in molte interviste.
È questo il percorso giusto. Adattare significa questo (per me).
Nessuno pretende che la serie sia un 1:1 dei racconti, ci mancherebbe. Per esempio, non mi sconvolge che IL MERCATO a Blaviken non l'abbiamo nemmeno visto. Pazienza, avranno girato tutta la puntata in un paio di giorni, non avevano certo a disposizione 15 giorni (una puntata media di GOT) Non mi interessa se la battaglia di Marnadal è meno epica di come ce la si aspettava. Riconosco lo sforzo, la passione di volerlo fare. Beh certo, un altro me pensa "ma che cazzo vi costava aspettare di avere un pochino di soldi in più? Cioè LO SAPETE cosa vi attende no?"
Forse il buco temporale di GOT lo volevano riempire ad ogni costo. A vedere da come le varie comunità difendono la lesa maestà, fa quasi piacere che sia successo.
Ma certi cambi nella serie TV, sono RIGHE di testo omesse.
Bastava solo far dire ai personaggi cose giuste e canoniche.
È quello che...mah, mi stranisce un po'
L'impressione è la Lauren abbia proprio voluto modificare qualcosa di endemicamente perfetto.
Che insomma non sia mai nato in lei il desiderio di far conoscere la magniloquente scrittura del Sap, intonsa, ma che se ne sia voluta, in qualche modo, appropriare, mettendo in una condizione di inferiorità il testo originario, o perlomeno ponendolo in uno stadio intermedio, in cui "le sue aggiunte" migliorano (a suo dire) il corpus originale.
È per questo che i polacchi sono piuttosto incazzati, non parlo della tizia sopra ma ampie comunità di lettori e fondazioni storiche, il Twitter della Hissrich è bollente in questi giorni. Infine i lettori dei libri, sono straniti dai cambi, dalle omissioni, dai tagli, dagli svilimenti. Perché hai ragione, sulla faccenda del polpettone fiabesco al gusto di cacca, non è emerso quasi niente dei libri, se non cose sporadiche.
Si è capita l'innovazione che il Sap introdusse negli anni 90 con il suo peculiare dark fantasy?
Ho i miei dubbi, ed è colpa di Laurina & i suoi amici della writing room.
Se ASOFAI è grossomodo, una storia “realistica” all’interno di un mondo con elementi fantastici che rifuggono alla visione chiara del lettore, nell'ouverture polacca liberale del Sapkowoski mostri, principesse, maledizioni, illusioni, magie, portali, alchimia, mutaforma, mutanti e witcher, non sono cose relegate solo e semplicemente al mito. Nei romanzi, totalmente smitizzati del positivismo, non ci sono punti ambigui per il lettore come in ASOFAI.
ASOFAI non è un racconto esattamente sulla “predestinazione”, non è un tripudio di Deus Ex Machina. Li rifugge. Il dono profetico della serie è uno sguardo sul futuro di piccola durata, impreciso ed oscuro, o su eventi già in movimento. Non c’è una volontà divina, non c’è un Dio nascosto che muove i pezzi sulla scacchiera e gioca da solo. Ci sono squarci della prossimità e spesso il modo di evitare quanto visto nello squarcio è ciò che realizza la visione.
The Witcher Saga invece è figlio del suo tempo ovvero della dissoluzione del blocco Sovietico. Infatti dove prima la letteratura Polacca est Europea si basa essenzialmente sulle masse anonime o sul "capo popolo", in TW troviamo un altro genere di personaggio. Il professionista (lo strigo ammazza mostri) che non è interessato alla politica o alle grandi masse, ma bensì al suo circolo di affetti e alla propria vita. Ci sono spunti di riflessione infiniti in The Witcher, dalla concezione di libertà polacca totalmente differente da quella occidentale, intrighi politici che per quanto rimangano sullo sfondo fanno sentire il suo peso e comunque una nuova visione personalistica che avvolge la Polonia e l'Est Europa dopo la fine del Blocco Sovietico. È un fantasy medievale, molto moderno. Il racconto del Sap non è sospeso nel tempo (come lo sono le saghe epiche invece, in cui tu le puoi collocare e attuare in ogni epoca visto che attingono dal bagaglio idealistico primevo e quindi sempiterno) ma è contestualizzato, è uno scorcio di una certa visione del mondo nella Polonia post-comunista, in cui l'uomo non è più un membro in una società codificata e rigida, sottoposto al benessere della comunità, ma è libero di intraprendere (nel bene e nel male ) la propria strada. Ecco perché nei suoi romanzi tutti cercano un lavoro. Geralt è un ammazzamostri. Ma non lo è perché è un eroe, o perché è il suo destino, o è scritto che debba avere le pietre di Shannara (brrr) o "La spada della Verità" (ari brrr)
Nell'operona post-caduta muro di Berlino del Sap, il rozzo contadino può trovare uno zueleg nel pollaio. E persino il contadino sa il nome della bestia. I toni drammaturgici sono arrivati agli spettatori?
Sapko è un autore polacco che veramente SEGNA una spaccatura con la classica figura eroica della propaganda sovietica (o il leader che guida il popolo, o l'anonimo senza volto che fa parte della massa indistinta e vive solo in funzione di essa).
Evoco una metafora idrica.
Se Tolkien è un torrente che sradica alberi e spacca rocce, arriva a valle trascinando tutto, per la sua imponenza, alimentando decine di affluenti, il Sap è il piccolo fiumiciattolo splendido nel suo percorso, nascosto ai più. Divino nella sua forma. È piccolo, ma in quella piccolezza racchiude un microcosmo ugualmente imponente. Tolkien è la grandeur dell'epicità, della storia, dell'arcaica e primeva passione, il Sap è un maestro di intima drammaturgia, Sapko indaga l'uomo, indaga lo scetticismo, indaga un'intimità personalistica che Tolkien non ti raggiunge mai. Tolkien pizzica le corde con la grandeur degli eventi, Sapko con la personalità del PG.
Mi domando, e tutto questo si è capito? O si capirà? Ora taccio, e vado a farmi una carbonara, alle 4:00 mi viene sempre fame.