La cosa secondo me su cui non si è mai riflettuto spesso, è che alla fine lui era un creativo al posto di comando. E nel settore, non solo quello videoludico ma in tutti i settori, non è assolutamente la regola. Era anzi una (bellissima) anomalia, al di la di tutte le scelte giuste e sbagliate che ovviamente in una carriera ci stanno.
Ci mancherà.
E speriamo che Nintendo chiami un altro creativo, e non un manager che ragiona solo in termini di costi e guadagni...