se la fotografia si esprime nella capacità di cogliere l'attimo, e nella Virtual Photography l'attimo si può creare, bloccare, manipolare, la VP dovrebbe puntare a qualcosa di diverso?
Ottima domanda.
La risposta è sì e no.
No nel senso che comunque anche in VP catturare l'attimo giusto è fondamentale e nient'affatto semplice. Infatti se scorri un account di VP a caso su IG ti imbatterai in foto dove non succede nulla e quindi risultano poco interessanti a prescindere dalla (scarsa) caratura tecnica.
Sì nel senso che siccome l'attimo lo puoi propiziare o recuperare, l'attimo giusto non basta, deve anche dare suggestioni superiori grazie a feature esclusive della VP. E' il motivo per cui ad esempio la mia VP non è quasi mai imitazione della fotografia dal vero, ma utilizza prospettive da illustrazione/manga (nella realtà non puoi sdraiarti sotto un'auto da rally mentre passa) e combinazioni di settings per sconfinare nel pittorico, nella locandina cinematografica, ecc.
Poi ecco, anche la fotografia dal vero, in tutte le declinazioni di studio, permette di creare e controllare l'attimo, per cui spesso i confini tra le due cose sfumano, e ad esempio in VP fai ritratti simil-studio mentre Kratos passeggia per il Valhalla:
Nella sezione Theory del mio sito si trovano diversi miei scritti sul tema.