Io dico seconda, non perché la migliore, anzi, ma perché è l'unica in cui si vede il tema del concorso, e finora l'unica cosa su cui hanno valutato con severità è stata l'intopiccaggine. Purtroppo il soggetto è bello ma, essendo il lupo bassino, o fai un 2D puro o inquadrando in basso ti perdi il panorama.
In uno scenario virtuale, invece, rischia di salirti inevitabilmente il coefficiente di Stikazzi se le foto non sono 'ccezzionali.
Alla fine nella VP non ci sono scuse, se vuoi fare il pro, le foto devono sempre e solo essere eccezionali. Puoi fermare il tempo, tornare in giorni diversi nello stesso luogo con la stessa identica luce, le sbavature non sono contemplate. Poi ecco, è il gioco che deve creare sospensione circa i luoghi. La zona ferroviaria del Volga mette i brividi. Non solo sembra vera, ma fa subito pensare che luoghi così esistono, come vestigia di uno sforzo produttivo immane di cui, alla fine, restano solo macerie tossiche. Se ci avete fatto caso, in Odyssey non ho fotografato l'architettura. Non ci si credeva che fosse vera, quindi poco importa che ci fossero Partenone & co. Origins invece era davvero l'Antico Egitto, come Exodus sembra davvero una Russia post-atomica. Almeno la zona del Volga, il deserto non mi ha ancora convinto.
Una nota a margine: chi assicura che il fotografo non si sia "sistemato" a suo piacimento la scena, spostando qui e lì quello che voleva? E in questo genere di fotografia, questo comportamento come è visto?
Perché nel fotogiornalismo è ovviamente deprecato.
Come per la post-produzione, aggiustarsi le cose va bene, inventarle no. Se l'orsacchiotto radioattivo lo sposti davanti a una finestra perché con quella luce è più suggestivo, allora ok. Se te lo porti da casa, no.
Come spiegavo nell'ultimo pezzo su EveryEye, la fotografia è un linguaggio, non una videosorveglianza. Deve essere sincera, non talebana. Niente di quello che appare in queste tre foto succede davvero nel gioco, ma tutte e tre raccontano qualcosa di vero sul gioco e sul personaggio.
Viceversa, se un fotografo è in malafede, può non scombinare nulla di una scena e non applicare nessuna post-produzione ma, giocando con la prospettiva, selezionando cosa inquadrare e cosa no, strumentalizzando gesti ed espressioni fortuite, può raccontare delle gran balle, come da cannarsismi di ogni genere.
Ciò detto, dalla Russia con amore. Il furgoncino fricchettone mi darà grandi soddisfazioni, lo sento.