Ho giocato la demo. Devo dire che graficamente è come me lo ricordavo. No, non sono diventato scemo, è che la mia memoria ha i filtri incorporati, per cui tendo ad avvicinare la resa di ciò che avevo visto all'epoca con lo standard grafico di ciò che gioco al momento.
Parentesi psicologico-percettiva a parte, è sicuramente meno carico di effetti, saturo e visivamente pesante rispetto alla versione PS3, ma molto pulito e gradevole. Siamo passati da Nicki Minaj a Beyoncé, in sostanza.
Il gioco lo conosco bene e mi sono bastati questi quindici minuti per ricordare perché lo ami tanto. Oggi più di allora saltano all'occhio le collisioni e le coperture un po' pasticciate e la scarsa pesantezza delle armi, però se The Last of Us è il Citizen Kane dei videogiochi Uncharted è A qualcuno piace caldo, la leggerezza sublimata. Ogni sequenza di gioco regala una situazione, uno scontro, un movimento di camera, un'evoluzione o una battuta interessante. Il ritmo è perfetto, l'azione scorre fluida e appagante, la regia ludica è perfetta. Ivan scrisse che è un gioco scritto sulla sabbia, perché troppo impalpabile, io sono convinto che il suo studiato disimpegno è ciò che lo lascerà inciso sul marmo.