Finitolo!
Piaciuto un botto, coinvolto dall'inizio alla fine senza momenti morti, forse leggermente prevedibile in alcune sue dinamiche ma la cosa non ha inficiato negativamente la mia esperienza.
Su quest'ultima cosa: l'organizzazione 'tematica' l'ho trovata funzionale e comoda, dà l'idea di quanto 'manchi' alla fine e soprattutto il menu di pausa che
si riempie man mano dei loro volti
torna utilissimo anche per tenerli a mente e cominciare, man mano, ad associarli mentalmente, i collegamenti infatti sono finanche esplicitati dai 'disegni' e, in combinazione con la nostra stessa memoria di quanto abbiam visto fin lì, si crea una notevole sensazione di costante coinvolgimento in questa particolare famiglia, come una sensazione avvolgente e di continua curiosità che funziona benissimo.
Trovo che l'equilibriofra il detto e il non detto sia pressochè perfetto, è un insieme di storie in realtà anche molto semplici rispetto alle quali non mi ha disturbato affatto il connubio fra
immaginazione fervida, soprattutto dei bambini ma non solo, e realtà cruda. Forse il punto più esplicito e sifnificativo viene raggiunto nella storia di Lewis che, alienato dal lavoro e dalla sua esistenza, rifugge in un mondo immaginario in cui la sua esistenza è ben più soddisfacente
.
Ciò che funziona molto bene per me è la creatività che rende queste storie memoriabili, il modo di raccontarle più che la storia in sé (semplice, appunto) insomma.
Ed ecco che il 'gameplay' (che naturalmente in tutte le sue varianti non punta mai a nessuna forma di profondità) si plasma e si modella in maiere diverse e con una varietà notevole, spesso stupendo genuinamente perchè mai mi sarei aspettato ad esempio
di impersonare gatti, mostri tentacolari, cambiare personaggio più volte, finire all'interno di un fumetto reso 'giocabile'
, tutto ciò contribuisce enormemente a non renderlo mai stancante bensì sempre stimolante e 'fresco'.
Infine ci sono 3 storie/momenti che mi hanno colpito moltissimo facendomi venire un nodo alla gola per come si svolgono, le cito qui in spoiler:
la storia di Calvin, il bambino che cade nel precipizio dopo esser 'volato' via dall'altalena. La sensazione di assistere impotenti e partecipare a ciò che sarebbe successo (e che in realtà era perfettamente prevedibile non appema si prende ilsuo controllo sull'altalena) mi ha colpito profondamente.
Stessa cosa per Gregory, il bambino morto annegato: la soluzione visivanell'ultima parte è incredibile e la meescolanza immaginazione(i suoi giocattoli che prendono vita)/dramma nella realtà mi ha lasciato di stucco.
Infine, avendo già citato prima Lewis, semplicemente Edith, madre e bisnonna e la 'maledizione' della famiglia: questo aspetto è volutamente lasciato aperto all'interpretazione personale, lamia è che la contrapposizione principale è fra le posizione della madre e quella di Edith/bisnonna: la prima rinfaccia e reagisce negativamente al tutto, crede che ignorando/dimenticando/scappando da quella casa potrà esser libera dalla maledizione (che a mio avviso è più che altro il loro modo di affrontare il dramma della morte, facendo ricadere la colpa su una maledizione che in realtà è frutto dellaloro mente).
Bisnonna ed Edith invece la pensano diversamente, per quello lei vuole che suo figlio legga il diario della loro storia di famiglia: maledizione o non maledizione quella è la loro famiglia ed è necessario non solo ricordarli tutti ma anche esser grati di aver avuto l'occasione di interagire direttamente o indirettamente con la loro, seppur breve in molti casi, esistenza
In definitiva, da non cultore del genere a me è piaciuto molto e ha stupito a più riprese per creatività, soluzioni visive e varietà notevole nel cambiare registro narrativo senza mai stancare.
E poi ragazzi, mi rattrista non veder molto citata la colonna sonora: pemso che volutamente rimanga un pò 'nascosta' ma quando viene sfruttata (sempre nei momenti giusti) è di una delicatezza immane