visioni?
pareri?
Mah.
Cinque anni dopo gli eventi di Godzilla vs. Kong, Godzilla e Kong si ritrovano a dover affrontare una nuova minaccia che mette a rischio l'intera esistenza del pianeta. [Ma pensa che novità, non l'avrei mai detto]
Per sconfiggere questo nemico comune, i due giganti dovranno mettere da parte le loro vecchie divergenze e unire le forze [Originale come idea non trovate?] per pestarlo a modino. Nel corso del film, i due Titani si avventureranno in un viaggio che li porterà in luoghi mai visti prima, tra cui la misteriosa Terra Cava che deve essre vicina alla Terra Piatta.
Incontreranno nuove creature fantastiche, veramente sciape, e dovranno superare sfide impossibili.
Ah, è presente anche un cast umano che fa cose, ma non è ben chiaro.
Prima di tutto, Wingard decide di farli picchiare, questo è bene scriverlo nero su bianco e fin da subito.
Il regista ha dichiarato di aver preso spunto dalla zuffa di Essi Vivono di John Carpenter ma questo regista a me sembra uno sborrone. Qualcuno che spara citazioni ma non sa di cosa parla. Forse sbaglio. Ad ogni modo Wingard mantiene la sua idea mesozoica della sua rilettura del kaiju-eiga: sono grossi, spaccano le città, in particolare in questa pellicola, molti centri urbani europei e non solo, sono distrutte "just for fun" e non dal solito cattivone, ma dai nostri eroi che mentre passeggiano, devastano le nostre amate città. Milioni di morti, it's so fun.
Poi c'è un'amabile presa in giro dei nostri carabinieri e delle nostre forze armate (ebbene sì, perdere credibilità a livello mondiale, con il nostro primo Ministro che fa si mette a fare Zelig in parlamento, causa questo genere di problemi: ti prendono meno sul serio gli altri paesi)
La reunion dei due titani è chiaramente il fulcro del film, i due si scontrano e poi comprendono che cooperando possono vincere il nuovo nemico, un nuovo ingresso nel roster di mostroni giganti.
Il nuovo impero è, come avete capito, un film che si presenta come un colosso, ma si rivela un castello di carte. Un baraccone di effetti speciali sbalorditivi che maschera una trama inconsistente e piena di cliché che non solo non convincono ma risultano anche stonati. I due mostri giganti, che dovrebbero essere le star del film, sono relegati a meri burattini in una storia banale e molto prevedibile. Le loro epiche battaglie, che dovrebbero essere il fulcro del film, sono poco più che sequenze di botte da orbi senza alcun senso logico. Il cast umano, poi, è completamente inutile. Personaggi piatti e senza spessore, che recitano dialoghi imbarazzanti e privi di mordente, il fatto che Wingard non ci provi neppure la dice lunga sull'idea del film. Tuttavia non ci sono solo cose brutte che galleggiano su una palude di noia, la scelta di non usare un linguaggio e affidarsi solo alle reazioni di Kong restituisce una sorta di "Era Glaciale" con botte da orbi, senza narrazione e suoni umani, la pellicola è fortemente espositiva, eppure riesce quasi miracolosamente a sembrare ancora più confusa. Motivazioni annesse e proverbiale rischio di apocalisse arrivano senza nemmeno che lo spettatore lo realizzi, il tizio affianco alla mia poltroncina "ah ma allora rischiano di brutto, non l'avevo mica capito"
Alcune sequenze possiedono un tono sopra le righe e tutto sommato divertente, che richiama vagamente - a dirlo è lo stesso regista - lo sperimentalismo sgangherato della tarda età Showa (come Godzilla vs. Hedorah del 1971, che Wingard in diverse interviste ha indicato come suo preferito). C'è anche una bella citazione a Godzilla 2000.
Che dire, nel reboot del 2014 Gareth Edwards aveva provato, appoggiandosi all’impostazione dei film d’avventura in stile Amblin, a realizzare un’opera che potesse riallacciarsi alla tradizione dei film di kaijū e adattarsi a un contesto occidentale, concentrandosi sull’elemento umano, Wingard vuole solo fare un Transformers con mostroni che si spaccano di legnate. Non c'è altro.
Godzilla & Kong - il nuovo impero è mega frullatone ipervitaminico, indigesto e dolcissimo, al gusto di sciroppo di acero e patatine fritte, che si tiene a debita distanza di sicurezza dalle vecchie pellicole kaijū eiga, che invece combinavano ad un’ apparente ingenuità narrativa di fondo, profondi significati simbolici che affondavano le radici nella tradizione shinto ed animista del Sol Levante. Non c'è nemmeno traccia delle recenti rivisitazioni della Toho, come gli ottimi Shin Godzilla di Kikuchi e Hideaki Anno e nemmeno Godzilla Minus One di Takashi Yamazaki.
Uomo avvisato, mezzo calpestato.
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