Discorso complesso che tocca svariati punti di vista, etici ed anche commerciali.
Basicamente, no, non dovrebbero farlo uscire, perché ai giornalisti specialmente quelli televisivi non sfuggirebbe una occasione così ghiotta, la loro personale guerra contro tutto quello che non è televisione, e che ogni giorno allontana ampie fette del loro pubblico, avrebbe una significativa svolta.
Daje addosso ai cagnoni bagnati insomma. Accadrebbe certamente questo. Con un Neil Druckmann ammutolito, costretto a camminare sulla sabbia per non fare troppo rumore, altrimenti i pipistrellloni del web se lo magiano. Posti come Kotaku o Resetera poi, non vedono l'ora.
E anche nostri stimati giornalisti come Cugliandro, Lupetti, Fantoni (e sì che i nomi li faccio) si sfregherebbero le mani, prima con articoli j'accuse, poi sui social a dire "no ma nell'articolo, non dico questo, intendevo la rava e la fava, la titolazione è messa da un titolista" (etcc)
Detto questo, vi offro un piccolo spunto. Non so se può servire alla discussione che mi sembra vagamente di capire sia divisiva, ma senza Division.
Ad un mio caro amico morì la figlia, eppure giocò a TLOU.
Non le sparò un militare, ma morì nel sonno, si lasciò andare, semplicemente. Capita ai bambini che hanno problemi cardio-respiratori, non c'è niente da fare, in alcuni casi, i più gravi, anche il monitoraggo h24, non risolve la situazione. Quando mi chiese se TLOU era un gioco che poteva piacergli, glielo consigliai senza mezzi termini, sapendo esattamente cosa conteneva. Erano passati circa 2 anni dalla sua tragedia personale. Ma del resto io non avevo alcun dubbio sulla natura del mio consiglio, anche se sapevo che aveva vissuto un evento molto simile a quello di Joel.
Ma del resto ero anche sicurissimo della sensibilità insita nel prodotto, che lo stacca nettamente da quello che lo circonda, Nughty Dog non è mica Ubisoft eh, ed ero piuttosto certo che il famoso "tocco" di ND avrebbe fatto la proverbiale differenza.
Non avevo sbagliato di tanto, quella scena - così mi disse - fu di una potenza tale da rendersi quasi inesplicabile ai suoi occhi di padre che aveva perso una bambina, feroce, ma così reale da commuoverlo profondamente. Tutto il gioco lo visse come una vicinanza, una sorta di transfert-emotivo ---> giocatore --> avatar del suo personale calvario. Lo aiutò, in qualche modo, a sentirsi meno solo. Perché le sfighe, che io chiamo così, capitano a tutti. Non le chiamo tragedie, ma sfighe. Chiamarle tragedie le nobiliterebbe fin troppo. Si va avanti quindi, dopo una sfiga, non una tragedia. Lo so che sono strano, anche questa cosa causò accesi diverbi con altri.
"Ho pensato che questa cosa che ci è capitata, a me e mia moglie...TLOU mi ha fatto sentire meno solo, lo so che è strano, ma oh...è difficile da far capire a chi non è un padre, e non ha perso una bambina, ma ti devo ringraziare tantissimo, ora la vivo meglio, lo so che sembra strano ma è così "
Non aggiunse altro, credo che certe dimensioni appartagano solo a chi le ha vissute, dopotutto.
Aggiungero invece molto, fin troppo, molti amici ed amiche che sentenziarono il mio consiglio, sapendolo poi a latere
"Non avresti dovuto"
"Io avrei evitato, ci sono tanti altri giochi più adatti" -
"Su certe cose non si scherza eh"
"scherza" "adatti" "evitato"
Ecco quindi che puntualmente, i giochini erano tornati nei loro ranghi di...giochini?
Boh.
Alla fin fine, anche i grandi estimatori e discernitori del videogioco narrativo e contemplativo che fanno postate sui social quasi ogni giorno, per mostrare l'acquisto del momento (adesso se si videogioca si è indiscriminatamente cool) erano arrivati (ma già lo sapevo del resto) a vedere i videogiochi, come neppiù ne meno che semplici giochini. Cosine che ci si passa il tempo, poi basta, che pretendi?
Tutto quello che almeno 10(?) anni di Game Studies hanno cercato di farci capire, e cioè che i videogiochi prima di tutto sono un immenso viaggio pionieristico dentro di noi sono sfumati, volati via all'istante.
I videogiochi servono per intrattenere quindi, svagare, divertire, ma quando toccano qualcosa di così reale e terrificante a noi non vanno più bene, "dovrebbero stare nei loro ranghi"...io dico che per fortuna abbiamo smesso di sparare alle astronavi da tempo. Il videogioco nel mentre è maturato, cresciuto e diventato un media che può parlare di tutto, dai conflitti personali, alle molteplici sessualità, alla politca e anche alle pandemie globali, l'unico appunto da fare è che questi aspetti li dovrebbero toccare chi sa narrare, vedi ND.
Lasciateci giocare quindi. Saremo noi a trarre una conclusione dall'esperienza, a maggior ragione se sono i ND che sanno come raccontare le cose.