Finito.
Bello lo è, curato nella messa in scena e pieno di amore per quel modo di fare avventure che ha reso celebre Ron Gilbert e colleghi. La parte finale è deliziosa, ironizza con intelligenza sul genere "avventura grafica" e rende tutto coerente, sebbene sia basata su una strategia narrativa vecchia quanto la letteratura.
Il problema, mio più che del gioco, è che non ho più la predisposizione mentale per saltabeccare continuamente da una locazione all'altra, avanti e indietro, per reperire oggetti, scambiarli, combinarli, rifare un pezzo di strada poiché ore prima avevo tralasciato di raccogliere due copie di un determinato oggetto ecc. Temo di aver perso il gusto per quella complessa e brillante architettura degli enigmi che anni fa mi coinvolgeva e mi intratteneva.
Ciò che non può venir meno, invece, è l'ammirazione per un mondo di gioco progettato per lasciare al giocatore libero accesso a gran parte delle locazioni fin da subito, che si sviluppa in profondità man mano che si risolvono gli enigmi.
Un gioco eccellente che avrei dovuto giocare a fine anni '90.