Secondo un'intervista con Suda, Lily Bergamo come progetto è diventato Let it Die.
Ora, non so come una cosa del genere sia minimamente possibile, ma mi rinforza nella mia convinzione che Suda è un buffone senza arte né parte
Infatti non è assolutamente possibile: o era una battuta o c'è stato qualcosa "lost in translation".
Non è una battuta, purtroppo, e la traduzione è corretta
.
Diciamo che Suda è ormai ostaggio di Gung Ho, compagnia del chiappero che monetizza principalmente attraverso la formula free to play, e quindi si è trovato a dover giustificare, con falso entusiasmo e con motivazioni pretestuose ma all'apparenza di natura autoriale, il cambiamento in corsa che gli hanno imposto i produttori, in vista dell’E3 "americanocentrico".
Suda è stato abbindolato da Gung Ho con la promessa di avere un publisher fisso alle spalle (Grasshopper se lo doveva trovare di volta in volta) e con la clausola generica di introdurre nei suoi giochi futuri dei "contenuti online, anche per smartphone", territorio, quest’ultimo, che il Nostro era comunque interessato a esplorare più a fdondo, stando a dichiarazioni rilasciate in tempi non sospetti.
Gung Ho gli lascia, quindi, iniziare i lavori di Lily Bergamo, che sarebbe dovuto essere, testualmente, "un action-RPG dal baricentro assai spostato verso l’azione, con una componente in multiplayer asincrono e con una app per smartphone associata al gioco".
Suda si esalta, chiama il mitico Kozaki per il design, si affida al cel-shading che è ormai il trademark del suo gruppo e confeziona un teaser in puro stile Grasshopper.
Il mondo osserva e CI CREDE DURO:
https://pbs.twimg.com/media/Bj3W8EhCIAAYnhR.jpgPoi il nulla, fino all’apparizione di Let It Die, che perde totalmente l’estetica grasshopperiana per appecoronarsi agli stilemi dei giochi USA "sanguemmerda" [cit.], introduce la formula free-to-play tanto cara a Gung Ho (sebbene Suda, nell’intervista su Famitsu, dichiari che non ci saranno microtransazioni) e conferma la app associata al gioco (probabilmente la chiave scelta dal publisher per monetizzare).
Di fronte a cotanto scempio, Suda, con la pistola alla tempia, si arrampica sugli specchi.
Prima dice testualmente che "Lily Bergamo era stato comunque concepito per essere un gioco votato al multiplayer asincrono, dove i giocatori che muoiono risorgono, poi, nelle partite di altri giocatori, sotto forma di nemici caratterizzati dal livello e dagli oggetti acquisiti al momento del decesso".
A questo ci credo ed è anche un’interessante rilettura di alcuni elementi innovativi introdotti dai Dark Souls.
Poi Suda, insieme a Morishita di Gung Ho, rintuzza "abbiamo deciso di sostituire la protagonista con personaggi personalizzabili che consentano meglio la diversificazione e l’immedesimazione del giocatore (seeeee va be’), abbiamo tolto la componente RPG perché vogliamo fare un gioco d’azione estremo e troviamo interessante esplorare territori dove la narrazione non sia un elemento centrale, concentrandoci sugli aspetti survival (S U R V I V A L? Dai Suda fai il serio, per favore), ma nella sostanza Lily Bergamo si è semplicemente trasformato in Let It Die, vivete felici (BOOOOM!)".
È vero che di Lily Bergamo, in fondo, era solo un teaser, ma un action-RPG pensato con una componente narrativa in stile Grasshopper è LSD digitale ed è già di per sé win, l'estetica potente, lo stile personale e la weirdness sono i principali punti di forza di Suda e company, poco da girarci intorno.
Quindi, tolti questi elementi e fatte delle dichiarazioni strampalate sperando di far credere che "è tutto come prima, non è successo niente", lo shitstorm è partito subitaneo su NeoGAF et similia, anche a ragione, direi.
L'unica speranza è che in Gung Ho si ricredano e almeno consentano ANCHE lo sviluppo parallelo del progetto originale, altrimenti, dopo questo scivolone, la vedo dura per Grasshopper riconquistarsi la fiducia del suo bacino di fan, che è poi la linfa vitale primaria per uno studio cult e di nicchia come quello di Suda.