Si diceva dell'hype. Beh, se ce ne avete anche solo un briciolo per questo seguito, mi auguro per voi che l'attesa sia la più breve possibile.
Il film riprende da dove si era concluso il precedente facendo un solo piccolo balzo temporale in avanti, ma quello che a livello di sceneggiatura restava sottotraccia (o pressochè inesistente), stavolta trova ampio minutaggio nella costruzione di una vicenda fatta di talpe, supremazia, intrighi e tradimenti. Nulla di nuovo o eccezionale e le 2 ore e mezza di pellicola non sarebbero certo necessarie a questi approfondimenti, ma rimane lodevole la volontà di renderlo meno grezzo e superficiale. Ciò naturalmente non è andato a discapito delle coreografie marziali che fanno un ulteriore salto di qualità, coadiuvate da una regia anche più ricercata che fa sfoggio di brevi e svariati pianisequenza (alcuni reali, altri meno) e ribaltamenti di camera. The Raid 2 rimane violento, violentissimo come il primo e non si può proprio fare a meno di provare un senso di tripudio e ribollimento adrenalinico in moltissimi passaggi, tanto da far sembrare i film di Tony Jaa di soli pochi anni fa una barzelletta nemmeno tanto ben riuscita. Evans e troupe indonesiane hanno alzato l'asticella del genere, l'hanno imbastardito e reso ruvido, ma sicuramente hanno nuovamente centrato l'obiettivo. Chapeau!