A me è piaciuto e lo trovo interessante come film.
Credo sia sbagliato vederci SOLO un discorso metareferenziale sull'industria del cinema. Anche perché facendo così si cade nel paradosso del "perché trasformarsi in quello che si critica e fare volontariamente un film brutto?". E allora posso capire che questo cortocircuito renda il film deludente. Ma io ci ho visto molto di più.
Quel discorso c'è, ma non è il fulcro del film, è un parallelo funzionale al vero tema del film, che è sempre Matrix, rivista, riaggiornata, ancora più subdola, che non insabbia più solo la realtà ma plagia le menti, annichilisce le idee, le ambizioni, sfrutta i meccanismi emotivi dell'individuo. E tutto il fatto del film dentro il film non è la vera "genialata" di questo Resurrections, ma il fatto che sia una allegoria che si presta benissimo a descrivere, ed inquietare con la sua verosimiglianza, la riscrittura di questa nuova Matrix, in cui il controllo è in mano ad un analista/mentalista, in un'epoca in cui le persone sono sempre più schiave di strumenti come i social e politiche di controllo che rendono ansie, depressioni ecc. le vere malattie e prigioni del mondo di oggi.
La seconda parte di Resurrections non è un Matrix qualsiasi ma più brutto perché incapace di ripetere i fasti del passato, è un film diverso, volutamente rinunciatario nel porre l'accento sull'azione (meno volutamente gestita peggio, ma vabbé... non è infatti un film perfetto), per spostarsi da quel loop concettuale e stilistico che ripropone all'inizio, cercando di andare oltre, a fatica, talvolta goffamente, ma con determinazione.
Non lo so, per me è davvero un film molto valido, e ogni volta che ne sento parlare da chi ci vede per estremi solo i suoi valori diegetici o al contrario extradiegetici, a me pare solo di aver visto un altro film. Più complesso di così. Ma magari mi sbaglio io.