"Andiamo nel Palazzo?"
"Ehi, perché non andiamo nel Palazzo?"
[suono di notifica]
"Senti, forse dovremmo andare nel Palazzo."
[andiamo nel Palazzo]
"Mandiamo la lettera di sfida?"
"Ehi, perché non mandiamo la lettera di sfida?"
[suono di notifica]
"Senti, forse dovremmo mandare la lettera di sfida."
HO CAPITO!!!
Ho appena finito il terzo "caso", comunque. Continuo ad essere preso bene nonostante le lungaggini.
Ancora non è scattato l'amore per i protagonisti, ma solo una discreta simpatia. Ma tanto mancano buone 100 ore, mi sa.
Hai finito il TERZO e non ti è scattato l’amore? Stiamo parlando di almeno 30 ore di gioco, no?
Io sono a 25 ore e l’unico rammarico serio è che le prime 4 o 5 ore si sforzino così tanto per farti mollare tutto.
Quello, e il sacro terrore di ritrovarmi inculato male perché non ho capito bene qualche basic del combattimento e/o mi ritrovo con dei Persona inadeguati. Quest’ultimo elemento, spada di Damocle di qualsiasi gioco con elementi da Pokemon. Ho dovuto abbandonare Ni no Kuni e FFX-2 per mia manifesta incapacità di assemblare un party che sopravviva.
Ma con Persona 5 sono preso bene. I dialoghi sono sempre eccessivi, ma non più così ridondanti. La gestione del tempo e delle attività me la immaginavo più difficile e molesta, roba da incastrare orari e appuntamenti à la Majora’s Mask, invece è impossibile fare più di 2 cose al giorno, quindi alla fine scegli cosa fare/chi incontrare e bon, inutile affannarsi e rimpiangere. Un po’ troppo centellinati gli aumenti di Fascino e Coraggio, specialmente il Coraggio che finora era richiesto da un paio di subquest e che ci ho messo una vita a portare a livello 3, a furia di DVD horror e paninazzi da guinness dei primati.
Ah sì, e per salire di livello ci vanno un po’ troppi punti. A che serve tutta la parte stealth se poi devi sostanzialmente battere tutti i nemici di un’area per raggiungere un livello decente? Ho avuto delle difficoltà col boss del secondo Palazzo; dopo averlo battuto, un personaggio ha livellato e ottenuto un’abilità che mi sarebbe stata utilissima contro il boss.
E poi, a partire dal momento della prima lettera di sfida o giù di lì, i personaggi mi sono piaciuti. Morgana con la voce giapponese è irresistibile, adoro come dice “nana” e “sateto” nei vari intermezzi, e poi quando sbrocca “non sono un gatto!”
Certo, la ripetitività giapponese è inevitabile. Del resto è un gioco di liceali per un pubblico di liceali, impossibile sbarazzarsi dei trope.