Vista anch'io qualche sera fa, niente male. Non condivido tutto, ma alla fine è la forza della comicità genuina scardinare anche i propri limiti e posizioni consolidati.
L'indignazione, bipartisan, è sempre un'altra cosa. E anche "l'umorismo da social" è un'altra cosa, perché se guardi Gervais sai chi stai guardando, fai una scelta, come dice lui stesso durante lo spettacolo. Se invece scrivi su un forum e ti becchi una battuta intollerante, hai un tuo pari che sta cercando consenso sulla tua pelle, è legge della giungla. Due realtà diverse. Il momento borderline di Gervais è quando rivendica il suo diritto di essere caustico su Twitter. Purtroppo i social non sono solo un palco, ma una rete di relazioni, e la tua comicità caustica esplode in una miriade di rivoli incontrollabili e incontrollati, si parcellizza e diventa meme usato/abusato in un istante. Gervais sembra non capire/dimenticare questo fattore.
Io mi guardo con gusto anche Dave Chapelle, che ce l'ha a morte con le priorità della comunità LGBT+, priorità che condivido pienamente. Non condivido alcuni suoi paragoni, non condivido per niente il "noi e loro" che applica alla comunità nera e a quella queer, ma mi fa ridere e pensare, quindi bene così.
Insomma, quando un comico fa satira è buona norma sospendere il legittimo bisogno di tutelarsi e godersi la forza dissacrante del mezzo. Senza pensare però che valga lo stesso per un post qualunque su facebook/twitter/tfpforum.