Preso,letto,anzi divorato.
letto in due serate, col solito estatico rapimento...
non c'è niente da fare, Zerocalcare mi parla come non mi ha mai parlato nessuno (qui magari tradisco la mia ignoranza per la narrativa contemporanea, di solito mi rivolgo ai grandi classici o a qualcosa di genere...): anche con questo bellissimo, intimo, pesante MACERIE PRIME sembra che parli della mia vita, dei miei problemi e delle mie ansie. Le famose generazioni perse, X & Y, non episodi di Pokemon ma le vite di tutti quelli che sono nati tra i '70 e gli '80. Cresciuti col miraggio di fare grandi cose e poi "vinti" dalla vita e dal quotidiano, che si ritrovano a ponderare con triste rammarico ciò che è stato dei loro primi 30/40 anni.
Sognatori imbelli, "cristallizzati" come eterni Peter Pan, incapaci di crescere veramente per non rompere il magico equilibrio.
La storia ingrana progressivamente ed effettivamente la conclusione è un discreto cliffhanger che sarà dura gestire fino al prossimo anno...
che sarà successo a Giuliacometti?
nulla di buono mi sa
Al solito non gli puoi dire niente a Calcare: c'ha ragione lui, su tutto.
Come detto da voi, lo straordinario "Dimentica il mio nome" occupa un posto speciale nel mio cuore, anche per un'affinità di situazioni e di affetti strettissima: ma il livello è - ancora una volta - altissimo.
daje Michè, spakka tutto porcoddue!