999 è uscito nel 2009 su Nintendo DS in Giappone, e quasi un anno dopo in USA. Non ha avuto una release europea.
In
999 assumiamo il ruolo di Junpei, un ragazzo sui vent'anni, intrappolato in un misterioso esperimento chiamato "Nonary Game". Nove persone sono state riunite nello stesso ambiente. Ognuno di loro porta un bracciale con un numero da 1 a 9. Nell'ambiente si trovano altrettante porte, ciascuna recante un numero. Scopo del "gioco": trovare e attraversare la porta col numero 9, prima che scadano le 9 ore a disposizione.
Il trucco? I bracciali contengono un esplosivo, che si attiva attraversando una porta. Se qualcuno disobbedisce alle poche, semplici regole del Nonary Game, l'esplosivo non si può disattivare e... BOOM! La collaborazione tra i giocatori è essenziale... ma come fidarsi di perfetti sconosciuti?
Ma non sono tutti sconosciuti: tra i suoi otto forzati compagni di sventura, Junpei ritrova Akane, una vecchia compagna di scuola. Perché tutto questo? Che cosa hanno in comune i nove "giocatori"? E chi è Zero, il misterioso organizzatore del Nonary Game?
Questi i misteri da svelare in
999. Il gioco è strutturato come una visual novel. Lunghe fasi narrative si alternano a fasi di risoluzione di puzzle ambientali. Ogni volta che si attraversa una porta, bisogna risolvere enigmi di varia natura, raccogliendo e utilizzando adeguatamente degli oggetti, per sbloccare l'uscita. Non esiste un limite di tempo, ed è impossibile sbagliare: il gioco non permette un uso improprio degli oggetti trovati, e ogni enigma ha un'unica soluzione. È solo questione di tempo prima che il giocatore ci arrivi.
Va detto che gli enigmi non sono particolarmente complessi. L'ambiente va esplorato toccandone i vari elementi sul touch screen. Anche se in un paio di situazioni va toccato proprio il punto giusto, non si arriva mai al pixel hunting. In più, i compagni di squadra forniscono indizi sufficienti a non rimanere mai bloccati. Ironicamente, gli enigmi che hanno più probabilità di impensierire un po' il giocatore sono i primi due. Da lì in avanti, diviene tutto molto naturale.
Un buon numero di enigmi si basano sul concetto di "digital root" e sulle basi numeriche, perché il tema del gioco è sempre la sequenza numerica 1-9. In pratica, ogni qualvolta si incontrano degli enigmi basati sulle cifre, in qualche modo si deve sempre tornare a quella sequenza. Pertanto, numeri a due cifre vanno sempre ridotti a una cifra, secondo il modello "18=1+8=9", "3+5+6+8=22=2+2=4", ecc. Oppure, si ricorre a basi diverse dalla base 10, come la base 16.
La narrazione è il cuore di
999. Il maggior difetto del gioco è che il testo non solo è molto abbondante, ma scorre anche assai lentamente. L'inizio è il punto più fastidioso in assoluto, perché dopo il primo enigma segue una lunghissima fase narrativa che può comodamente portare via un'ora di tempo senza che il giocatore debba interagire significativamente (salvo un paio di scelte durante i dialoghi, comunque ininfluenti). Superato questo scoglio iniziale, il ritmo del gioco migliora, ma ci sono comunque altre fasi in cui la narrazione si protrae per parecchi minuti.
Sarebbe però ingiusto dire che il gioco è solo un escamotage per veicolare la storia. A differenza di molti giochi in cui la fase ludica è solo un pretesto che viene "ricompensato" con una cutscene, in
999 ogni enigma è integrato con il tema di fondo, che è la trasmissione delle informazioni. Anche gli enigmi che meno vi sembrano correlati, una volta compresa tutta la storia, trovano una spiegazione. E non sarà facile ricostruire tutta la vicenda, perché il gioco prevede una serie di bivi che conducono a 6 finali differenti, e soltanto uno porta alla vera conclusione. Per vedere il finale giusto bisogna trovare il modo di interagire con tutti i compagni, ma anche per chi capisse in fretta come fare, c'è l'inghippo: il vero finale (chiamiamolo numero 1) si può raggiungere solo se prima si è visto il finale 2. In questo modo si può capire l'intera vicenda da due punti di vista differenti, che sarebbero stati impossibili da sviluppare in un solo finale.
Per facilitare l'impresa, una volta che si raggiunge un finale e si ricomincia da capo, tutto il testo e tutti i filmati a cui si è già assistito possono essere fatti avanzare velocemente.
Ciò nonostante,
999 è piuttosto lungo. Stimo che il tempo necessario a completarlo con tutti i finali si aggiri sulle 20 ore.
Come stilemi siamo, naturalmente, in pieno Giappone. Il chara design non raggiunge livelli egregi di esagerazione, ma non riesce a fare a meno di capelli rosa e abbigliamenti improbabili. I dialoghi, molto ben tradotti e adattati, hanno quei momenti di ridondanza e prolissità tipici del giapponese. I personaggi, ben caratterizzati nonostante gli ovvi stereotipi, come da tradizione si rivelano tutti un tantino troppo svegli con calcoli e processi mentali complessi per risultare totalmente credibili - anche se, a onor del vero, alcuni di loro lo sono per motivi che si scoprono nella storia. E la storia... be', la storia è spettacolare, e naturalmente osa come nessuno sceneggiatore occidentale oserebbe mai di pensare di osare (yep, l'ho scritto). L'infodump, i plot hole, i colpi di scena, le spiegazioni mancate, la rivelazione finale, possono risultare geniali o ridicoli a seconda della soglia di sopportazione della giapponesità propria del singolo utente. Pertanto non mi azzardo a definirlo "maturo" perché sappiamo quanto è controverso questo aggettivo parlando di videogiochi (guarda solo il topic di
Catherine quando ci entra un uomo sposato), ma
999 dimostra, come se ce ne fosse bisogno, che quando un videogioco ha un messaggio da trasmettere, il metodo Kojima è quello sbagliato :p999 è il primo capitolo di una serie chiamata
Zero Escape. Questo doveva essere anche il titolo del gioco, che però è stato poi attribuito al suo seguito spirituale:
Virtue's Last Reward, uscito per 3DS e PSVita (
thread). VLR è disponibile anche in Europa.
Voto:
999/10 