Mmmm, non mi è chiaro in base a cosa definire l'"appartenenza".
Io ho introdotto i videogiochi in casa e ne ho assimilato gli schemi nel periodo 1991-1996, ma come "golden age", soprattutto in Italia, considererei quella 1996-2001.
Ma anche qui, è una considerazione che vale solo per quel periodo. A posteriori, molti giochi del periodo 1996-2001 sono invecchiati sicuramente peggio di quelli del 1991-1996, sebbene abbiano introdotto nel mondo dei VG i trope e le tendenze che hanno portato al panorama attuale.
Quindi potrei dire che mi "riconosco" in quella 1996-2001 perché è stata quella del boom in Italia, quando tutti avevano la PlayStation, si giocava in 4 col N64, la stampa specializzata e Internet cominciavano a creare un approccio più critico, una maggiore informazione, erano i tempi in cui consumavo risme e risme di fogli stampando FAQ di ogni gioco a me conosciuto, di videogiochi si cominciava a parlare anche con gli adulti. È stato per me il periodo di maggior condivisione, del più intenso aspetto sociale dei videogiochi. Prima di allora, le console erano per pochi bambini ricchi e/o viziati, specialmente in Italia che era il regno dell'Amiga (che non ho nemmeno mai visto).
Ma indubbiamente, per memorie, sensazioni, esperienze, crescita, NES, SNES e GB sono le macchine che mi hanno lasciato l'impronta più profonda. Il gameplay immediato, pochi tasti, il gioco che parte non appena premi il pulsante d'accensione, il simbolismo che prevale sul realismo, niente attese, niente fuffa, solo il gioco in sé e per sé.