Recuperato. È il primo candidato al mio #WEOTA

Un portfolio navigabile di eccellenti Environment Artists e un comparto sonoro di rara qualità. Questo è quello che ci vedo io. La fruizione del tutto passiva e l'inosservanza delle più basilari linee guida del game design ne fanno un'opera quasi del tutto avulsa dal mezzo su cui gira.
Intendiamoci, pure il Dear Esther versione Briscoe era su questa linea, ma era breve ed era il 2012. Questo è oltremodo lungo e artificiosamente dilatato, ed è uscito nel 2015. A tal proposito, ero convintissimo che Ethan Carter fosse uscito dopo, proprio prendendo spunto da EGTTR; e invece no, scopro che questo è uscito un anno dopo. Il confronto è, secondo me, abbastanza impietoso, pur non essendo io tra quelli che hanno incensato l'opera dei The Astronauts. Non peggiore di un Tacoma, tuttavia, che almeno qui c'è una direzione artistica compiuta.
In generale, spero vivamente che il filone "figure indefinite che rimettono in scena episodi del passato" si esaurisca definitivamente con questi tre titoli. Capisco il vantaggio produttivo, ma è di una banalità disarmante. Sia Ethan Carter che Tacoma hanno provato a dargli una forma ludica, ma producendo secondo me risultati scarsi, se non proprio controproducenti.
Poi l'anno scorso è arrivato Lucas Pope con Return of the Obra Dinn e, insomma, ha dato lezioni di design narrativo a tutti
