Che poi, mi son dimenticato di sottolineare, un ulteriore merito del trittico Snyder/Nolan/Goyer è quello di aver restituito al personaggio di Superman la sua scaturigine politica, un punto a favore dell'aderenza filologica con il personaggio.
Quando, nel 1932 Siegel e Shuster immaginarono Superman, la società americana era alle prese con lo spauracchio comunista, e non solo lei...All'idea di omogeneità sociale e di appiattimento meritocratico, i due autori immaginarono un uomo capace di svincolarsi da una visione precostituita di esistenza e di individuo, desideroso, con l'ausilio di volontà e poteri straordinari, di divenire fautore e responsabile del proprio destino. Scelte di libertà, forza, un servizio continuo al prossimo, la possibilità di condizionare la vita altrui con l'esempio e la rettitudine. Non è difficile rintracciare nell'utopia kryptoniana il parallelismo con i regimi dell'Unione Sovietica, in cui non solo l'apporto della singolarità è annientato dal bene comune ma una cattiva applicazione di eugenetica non lascia scampo all'autodeterminazione.
Un aspetto centrale e assolutamente ben illustrato nel film.