Il fatto è che i concerti di musica pop sono sempre più degli eventi e meno degli spettacoli. I biglietti costano un sacco di soldi e chi ci va ha delle aspettative, tutto deve essere perfetto. Per esempio vedi Giobbi il punto 4 di questo articolo di Luca De Gennaro
https://www.lastampa.it/spettacoli/2023/07/24/news/i_token_le_prevendite_il_pit_i_prezzi_la_discussa_estate_dei_concerti-12962385 ora gli avventori dei concerti diventano matti se gli organizzatori non comunicano adeguatamente qual è la fermata giusta della metro a cui scendere per raggiungere la venue, figurati come reagirebbero se, per esempio, un brano venisse interrotto per un problema tecnico, o chessoio. E fai il confronto con un concerto degli anni '70, quando succedevano le cose più improbabili. Tipo irruzione degli autonomi che, senza biglietto, pretendono di assistere al concerto, quelle robe lì. E infatti i biglietti costavano tipo 2000£, ma infatti non sapevi davvero se il concerto lo vedevi finché non cominciava, e anche lì non potevi essere sicuro che sarebbe stato portato a termine.
Le due maniere di intendere i concerti hanno i loro pro e i loro contro, neanche a me piace la strada che stanno imboccando i concerti, figlia forse di un'impostazione americana del live, ma è quella che ti dà più garanzie di soddisfare il cliente e visti gli interessi in gioco lo capisco. Ribadisco però che quello che ho scritto vale per i concerti pop e i loro avventori del giorno d'oggi, se vado a vedere concerti di altri generi voglio vedere musicisti e non solo professionisti, sul palco.