Non so se sia il topic giusto, nel caso spostate, o cancellate se inopportuno.
Occhio, complottismo inside.
Parto dalla pubblicazione di questo libro di Alessandro Cecchi Paone, "No Store: La fine dei mercati reali", la cui descrizione č questa:
"Č probabile che i teorici degli acquisti a chilometro zero di beni "dal produttore al consumatore", non immaginassero di preparare la strada alla fine annunciata dei mercati fisici. Cioč, come racconta questo libro ripercorrendone le tappe, alla eliminazione, o quantomeno all'accorciamento, della filiera del commercio reale, che per secoli ha alimentato grossisti, distributori e dettaglianti. Giā gli ipermercati avevano dato un duro colpo ai negozi di prossimitā e agli spacci nelle piazze dei centri storici. Ma si č trasformato in un colpo di grazia con la pandemia, i lockdown, le vendite online, le consegne a domicilio di qualunque prodotto e servizio. Affrettando i tempi dei processi di migrazione dei consumatori dalle scelte in presenza, agli acquisti sul web. Se digitalizzazione fa rima con smaterializzazione di servizi e abitudini, scambi e transazioni finanziarie; i casi di Amazon e dei Bitcoin, di Netflix, dei negozi virtuali e dei menu elettronici, configurano giā il mondo nuovo in cui bar, ristoranti, cinema e teatri, shop e rivendite, banche e uffici, lasceranno spazi enormi a una nuova urbanistica tutta da inventare."
Niente di che, si parla di futuro, ma si parla anche di cosa lo abbia, in qualche modo, accelerato.
Poi vedi la distribuzione dei fondi del Recovery Plan, e, in piena pandemia, trovi la sanitā come ultima voce, mentre la transizione digitale č la prima.
Poi fai mente locale, e ti ricordi che, forse, nella storia delle professioni precarie e bistrattate, nessuna abbia raggiunto l'ottenimento dei diritti fondamentali tanto velocemente quanto i rider (giustissimo eh, per caritā).
Ora, non voglio discutere, in realtā, la componente complottistica e visionaria, i perchč e i percome, se la pandemia sia stata vista come opportunitā ecc.
Vorrei conoscere, da parte degli utenti interessati, qualora questo scenario si realizzasse molto velocemente, con addirittura un cambio strutturale radicale nella piccola ristorazione, nei bar, nei cinema, nei teatri (teatro a distanza?No way), con tutto ciō che a livello sociale, e di socialitā, comporterebbe, quanto felicemente accoglierebbero la cosa, e in particolare, per chi lavori nel settore, come
@Ryo_Hazuki, quanto sia stata ventilata e se ne sia parlato internamente.