La Procura di Agrigento ha deciso di
fare ricorso in Cassazione * contro la scarcezione di Carola Rackete decisa del GIP Vella (riassunta
qui meglio di come abbia cercato di fare io in questo thread):
La scelta di presentare ricorso per Cassazione contro il provvedimento che ha ridimensionato le accuse contro la Rackete è strategica. L'ufficio guidato dal procuratore Luigi Patronaggio vuole avere una pronuncia della Suprema corte in punta di diritto che rappresenti un punto di riferimento anche nelle altre inchieste che vedono navi Ong indagate per aver violato il divieto di ingresso in acque territoriali disposto dal decreto Sicurezza bis.
La sentenza della Cassazione sarà certamente un punto di riferimento, ma va detto che nel nostro ordinamento le sentenze regolano solo il caso specifico e non sono strettamente vincolanti (il principio dello
stare decisis è tipico degli ordinamenti anglosassoni, e infatti noi abbiamo sentenze della Corte di Cassazione che contrastano l'una con l'altra). In ogni caso, sarà interessante vedere se la Cassazione confermerà la tesi del GIP, in tutto o in parte, o la rovescerà (la non qualificazione delle motovedette della GdF come navi da guerra è forse il punto più debole della tesi, ma anche il meno interessante). Ovviamente ben diverso sarebbe l'effetto di una pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità delle norme introdotte dal decreto sicurezza bis, ma la Consulta non poteva essere sollecitata nel caso in esame (compete solo ai giudici quando si ritrovano a dover applicare norme di dubbia legittimità, e il GIP ha ritenuto che le norme del decreto sicurezza non fossero applicabili al caso concreto).
* Notare come anche questo articolo perpetui la semplificazione del 'porto più vicino', che in realtà non è contemplato da alcuna norma, come si discuteva qui qualche pagina addietro e anche alla fine di
questo articolo.
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Il Gladiatore ha riportato qualche pagina addietro la sua esperienza personale sulla maggiore capacità delle nuove generazioni di filtrare e interpretare contenuti online rispetto alla gente di mezza età. Volevo segnalare che ci sono degli studi americani che confermano questa cosa, come ad esempio
questo e
questo. Alcuni Paesi, come
la Finlandia, non lasciano la questione al caso e dedicano del tempo a scuola sul tema delle fake news con, sembra, buoni risultati. Sarà una banalità, ma una buona formazione scolastica (e non solo in italiano e matematica) è il primo requisito per avere una democrazia che funzioni, ed eviterebbe di dover ricorrere al suffragio limitato. Certamente saremo d'accordo tutti su questo, e chiaramente il problema non è il se, ma il come.. ecco, come?
Non ho studiato il problema, ma personalmente introdurrei il tempo pieno obbligatorio fino alle medie, cambierei i programmi (ricominciare ogni ciclo con i dinosauri e con l'amor cortese anche no), inserirei elementi di Diritto e di Economia in tutti gli istituti superiori. Poi non so come si potrebbe fare, ma sarebbe fondamentale ridurre l'incentivo dei dirigenti scolastici a promuovere cani e porci nell'ottica di aumentare gli iscritti e quindi i finanziamenti (questa potrebbe essere una distorsione solo locale, anche se ne dubito) e aumentare la qualità media del corpo docenti (concepire ed implementare un sistema di valutazione dei docenti efficace, con annesse premialità, è chiaramente una chimera). Questi hanno disfatto la Buona Scuola, ma pensano di sostituirla con qualcos'altro? La riflessione sui risultati dei test Invalsi si è limitata all'indignazione generale per un paio di giorni, poi basta, che ci sono tanti temi molto più succulenti.
Edit:
qui un'analisi sui risultati delle prove Invalsi. Interessante questo estratto:
nelle rilevazioni internazionali che riguardano le competenze linguistiche, matematiche e scientifiche nella scuola primaria (IEA Pirls e Timms), l’Italia conserva il suo posto nei primi dieci al mondo, in quelle dei quindicenni (le Ocse Pisa) siamo circa a metà su una settantina di Paesi testati, in quelle sulla popolazione adulta (le Ocse Piaac) siamo tra gli ultimi.
No, l’anello debole non è la Scuola Media, ma la progressione crescente del peggioramento del percorso che si evince soprattutto dai divari per tipi di scuola e che generalmente si sovrappongono ai contesti, che la scuola non riesce a neutralizzare.
Certamente non si può addossare solamente alla scuola l'onere di formare cittadini responsabili e consapevoli, e certamente non le si può imputare l'apparente peggioramento nello standing internazionale degli italiani adulti. A giocare un ruolo fondamentale sono anche il contesto socio-economico e le singole propensioni individuali. Nell'attesa di evolverci collettivamente e individualmente, forse potrei anche appoggiare un sistema di suffragio condizionato: peso del voto variabile in base al risultato di un semplice test pre-elettorale a risposta multipla. Così l'astensione va all'80%