crescita= aumento del PIL rispetto ad anno precedente.
PIL= PRODOTTO (INDUSTRIA, SERVIZI) - CONSUMI - EXPORT
PRODOTTO = LAVORO * CAPITALE * FATTORE TECNOLOGICO
Il risultato del lavoro non è costante nel tempo. Cioè se lavoro un'ora faccio un certo numero di cose, se lavoro due ore ne faccio probabilmente di più, dopo tre probabilmente di meno. Perchè (blablabla) sostanzialmente il lavoro inteso come "adoperarsi bovinamente ad un solo compito" non è naturale. Quindi è normale che dopo un certo tot di tempo e di "operazioni" le persone si stanchino e producano di meno. Quindi puoi aggiungere un altro soggetto. Anche in questo caso esiste un limite oltre il quale i soggetti insieme iniziano a cazzeggiare etc. Quindi hai una terza opzione= intervenire sulla tecnologia (macchinari, processi, burocrazia etc).
Tuttavia il vero indicatore dell'efficienza aziendale è la marginalità e non la semplice crescita del fatturato.
Questa dipende in larga parte da come è organizzata l'azienda, da come viene gestita e su cosa si è deciso di puntare negli anni (tradizione, innvoazione, marketing etc)
Questo - ovviamente - è tutto sotto il cappello dei poteri al governo che mediante le loro leve di trasmissione di politica economica possono favorire investimenti, favorire occupazione, creare lavoratori più intelligenti e meno challenging rispetto agli obiettivi aziendali etc. (INCENTIVI)
Al governo spetta TUTTAVIA anche il compito di preservare le risorse pubbliche (mari, parchi, montagne, strade etc) ed evitare che per favorire la crescita del PIL si distruggano gli stock di risorse disponibili. (DISINCENTIVI)
Immagino che tutte le aziende vogliano avere i "migliori" lavoratori, ma purtroppo per diverse ragioni (polarizzazione delle competenze, localizzazione del talento etc) non puoi sempre riuscire ad ottenere i lavoratori con una performance migliore.
un buon governo mantiene in equilibrio il benessere del presente tenendo soprattutto a mente che quello che conta è il benessere del futuro. Per farvi un parallelo gli incentivi a cazzo sul settore delle costruzioni (di cui si parlava 15 anni fa) posso trascinare l'economia fino ad un certo punto. Quando ci sono più costruzioni che abitanti quella ricchezza prodotta rimane nelle mani dei costruttori e delle banche e non si redistribuisce a nessuno. Quindi il compito dello stato sarebbe scegliere se dare quei soldi ad un settore o ad un altro in base alla sua lungimiranza. TUTTAVIA se la discriminante delle scelte politichè è l'ingraziarsi degli elettori bovini o favorire gli amici questo non sarà mai fatto.