Ma non c'è stata "svalutazione del lavoro". In Italia si è troppo abituati al "posto fisso", sarebbe ora che il mercato diventi davvero flessibile: in una situazione sana, il lavoratore che se lo merita può fare carriera velocemente, mentre gli scansafatiche rimangono appiedati. E sarebbe ora che questo sistema entri in vigore anche nel pubblico.
I problemi veri per la crescita sono due: la differenza tra lordo e netto in busta paga e le tasse e la burocrazia a cui sono costretti gli imprenditori, grandi o piccoli che siano.
Secondo me c'è stata. E non capisco il tuo auspicio affinchè il lavoro diventi flessibile quando è chiaro che è solo un peggioramento delle condizioni di vita generali. Se invece intendi che il problema è che, in un contesto globale che ormai è quello flessibile, l'Italia è indietro, allora ti do ragione ma, per me, allinearsi non è necessariamente un bene, anzi.
Per esempio io non vorrei mai che il mondo del lavoro inglese venisse trapiantato in Italia. Qui la vita della maggior parte delle persone è letteralmente: mi ammazzo di lavoro per poter pagare l'affitto e le spese e poi mi sfondo di alcool appena posso. Sebbene i contratti siano formalmente di quaranta ore (ma ci sono anche quelli con meno ore fino ad arrivare a zero) la maggior parte delle persone, almeno nelle zone intorno alle grandi città, è costretta a farne 50+ per poter pagare le spese.
Qua lavorano tutti ma la maggior parte delle persone, secondo me, ha una qualità della vita molto più bassa rispetto alla media Italiana. Mi chiedo appunto se sia meglio che tutti abbiano un lavoro per poi campare in questo modo. Ora capisco che per essere competitivi in questo sistema (che andrebbe completamente riformato a livello globale) dobbiamo fare qualcosa ma sono sicuro che questo qualcosa non è seguire alla cieca quello che succede qui (o in altri Paesi dove questo modello è applicato alla lettera). Vedo, per esempio, che in Germania la situazione è parecchio migliore dal punto di vista della qualità della vita senza perdere in competitività.
Secondo me, il primo problema dell'Italia non sono le tasse sul lavoro ma la tendenza a fottere, la corruzione, la scarsità di controlli, il non rispetto delle norme. Sono sicuro che un taglio drastico delle tasse aiuterebbe ma non ci farebbe diventare virtuosi, perchè sono sicuro che la maggior parte degli imprenditori continuerebbe a fare quello che ha fatto finora e cioè aggirare le regole, pagare il meno possibile, non valorizzare le persone, lavorare sotto organico, ecc.