Ma infatti il problema non è internet, è l'uso che Grillo ne fa.
A me sembra invece il contrario, cioè che il successo di Grillo dipenda in gran parte da carenze degli altri principali attori politici, carenze di merito e di metodo.
Sul merito, c'è l'incapacità o la mancata volontà di chi ha governato o ha contribuito a governare, di riconoscere la sofferenza e il malessere della popolazione, che non dipendono dalle bufale su facebook ma da difficoltà economiche reali e carenze nei servizi essenziali (sanità, paracadute sociali ecc.). Le bufale ci sono e cavalcano schifosamente le paure delle persone, vero, ma non raccontiamoci che siamo più poveri o più deboli a causa delle bufale.
Sul metodo invece, stiamo assistendo a una replica di ciò che avvenne nel '94, quando la "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto fu sconfitta dall'imprevista azione mediatica di Berlusconi fatta di spot ad alto impatto emotivo, di volti sorridenti e familiari dei protagonisti della tv e altri ingredienti che chi ha la mia età probabilmente ricorda. Mentre nel '94 e negli anni che seguirono la sinistra fu spiazzata da un avversario che aveva i mezzi e le competenze per sfruttare tv, radio e giornali, oggi viene spiazzata da un avversario che ha capito come usare internet e i social per fare politica e comunicare in modo aggressivo ed efficace.
Fossi un responsabile di partito, anziché dichiarare che "M5S è solo un algoritmo" (cit. Renzi) e cadere nuovamente nell'errore di sottostimare e delegittimare chi mi sta facendo il culo, come per anni è stato fatto con Berlusconi, io mi preccuperei di studiare il fenomeno ed imparare il più possibile.