Finito oggi, posto qui breve recensione che ho scritto anche altrove:
Miasmata è un indie uscito a Novembre scorso su GOG e più di recente su Steam grazie a greenlight.
La premessa è semplice: il protagonista ha una malattia mortale. Sbarca su una grande isola, "Eden", rimasta isolata dal mondo per millenni ove sono presenti specie vegetali uniche e dove era sbarcato un gruppo di ricercatori che cercava una cura per la sua malattia. Armato solo dei suoi piedi, del suo fisico debilitato, di una mappa (bianca) e di una bussola, deve esplorare l'isola, trovarne ed esaminarne le specie vegetali a caccia di una cura. Ma l'isola riserva delle sorprese.
E' un gioco di esplorazione. Per mappare l'isola bisogna triangolare la propria posizione usando dei punti di riferimento noti, con una meccanica semplice ed elegane. Si può salvare il gioco solo in presenza di tende o capanne costruite dalla precedente spedizione, pertanto morire prima fa perdere tutti i progressi acquisiti, compresi quelli dalla costruzione della mappa. E' facile, se si è poco accorti, perdersi. E' terrificante e pericolosissimo essere in territorio sconosciuto dopo il tramonto: la notte è buia, buia davvero.
L'isola è disseminata di specie vegetali con proprietà medicinali: fiori, funghi, alghe. Ognuna di questa può essere raccolta, esaminata ed eventualmente sintetizzata (nei laboratori presenti in alcune capanne), da sola o con altre, per ottenere medicine che ci allungano la vita o tonici che possono migliorare temporaneamente o definitivamente le nostre capacità fisiche o percettive.
Scopo ultimo è sintetizzare la cura per la nostra malattia.
Naturalmente, l'isola nasconde anche dei pericoli.
Il gioco è uno splendido gioco di esplorazione che trasuda atmosfera da ogni poro e in cui si avanza in un perenne stato di sottile tensione: serve controllare sempre l'orologio e la bussola, per non perdersi e non farsi sorprendere dalla notte. Aguzzare le orecchie. Cercare punti di riferimento per disegnare la mappa, arrampicarsi in luoghi alti per osservare i dintorni, trovare i sentieri, le tende, le capanne. Dovendo sempre fare i conti col nostro fisico debilitato - basta un salto troppo alto o accelerare troppo in discesa per rischiare di cadere con conseguenze disastrose.
Prendetelo, ne vale la pena.