Ieri pomeriggio, dopo decine e decine di ore, un mese di full immersion senza giocare nient'altro, ho finito la main quest. Finire il gioco mi sembra riduttivo, non può finire, non deve finire: finché ci sarà un punto esclamativo nascosto, un luogo di potere, una caverna infestata da mostri ci sarà Geralt. Anche solo per mirare alcuni panorami che non ho mai trovato così belli, affascinanti. C'è un po' della mia terra in The Witcher 3, Kaer Morhen è in Abruzzo, ma sicuro...e non posso non amarla. Campo Imperatore è sulle isole Skellige, da qualche parte sono sicuro di aver visitato anche Roccascalegna. Poi c'è il tempio del maiale, voglio dire, non può trovarsi che in Abruzzo (dove peraltro c'è il museo in un paesino vicino la mia città). Dietro queste disquisizioni puramente affettive sull'asse Calascio-Krakòw, c'è tutto l'amore per un paesaggio, una coesione ambientale, un design dello scenario che secondo me non ha assolutamente eguali nei videogiochi. Poi i dettagli: nonostante gli asset si ripetano anche qui, inevitabilmente, c'è una cura tale che non ancora me ne capacito. E la colonna sonora poi, da oscar. The Witcher 3 è stato, ed è, uno dei miei GDR preferiti di sempre, lo pongo ai livelli di Chrono Trigger e dei capolavori Squaresoft in epoca PSX: la portata è la medesima.
Dal punto di vista della narrazione, quando il gioco sembra per concludersi il coinvolgimento si impenna e ti affoga nel climax finale, facendoti restare per decine di ore attaccato allo schermo senza accorgertene. In genere, negli ultimi anni, arrivato alle 70-80 ore ho un calo di interesse fisiologico che mi porta a forzare le fasi finali di giochi ampi come questo, spingendo sull'acceleratore fino all'epilogo e affrettando sempre la conclusione. Qui no, è accaduto il contrario: quando sentivo che le vicende stavano per concludersi cercavo in tutti i modi di non proseguire, di allungare la permanenza tra i peggio quartieri di Novigrad, le asperità delle Skellige e i paesaggi devastati dalla guerra del Velen. Questo mi succedeva solo nei gdr particolarmente longevi di Squaresoft, quando sapeva farli i gdr: non volevo che finissero, mai.
Ma la quest principale, dopo un turbinio di eventi finisce e finisce in maniera bellissima. Non so quanti ce ne siano, ma il mio finale è stato quello che termina così come era iniziato il gioco, con la Via del witcher.
Con la differenza che ora sono in due a percorrerla, non più il compianto Vesemir, ma Geralt di Rivia e la Rondine di Cintra. Sul trono delle Skellige regna fierissima e bellissima Cerys, Novigrad ha vinto la guerra ma ha lasciato a Temeria lo status di feudo libero. Djistra è morto e le sue ambizioni sono state sgozzate sulla lama d'acciaio della spada del witcher. Gran personaggio ma fin troppo ambiguo, non ha supportato Geralt nello scontro di Kaer Morhen e voleva fare fuori chi lo aveva duramente sostenuto, come Ves e Roach (c'mon roach). E un lupo non dimentica mai chi ha rischiato la vita con lui, schiena contro schiena. Le maghe hanno dovuto affogare le loro ambizioni politiche in qualche piccolo e sfigato regno lontano, tranne Triss, a cui è rimasto lo strigo. Yennefer e Philippa, troppo intente a mentirsi a vicenda, a tramare l'una contro l'altra, sono state messe ai margini dalle vere ambizioni di Ciri: diventare un witcher, continuare a percorrerne la Via.
Bellissimi gli ultimi attimi narrati dal gioco, un po' meno ho apprezzato la frettolosità con cui hanno gestito lo scontro tra Ciri e il Bianco Gelo: avrebbero potuto quantomeno infilarci uno scontro con la leonessa di Cintra overpower che frantuma tutto e tutti, magari lasciando sì un esito incerto o manipolandone la difficoltà in base alle precedenti scelte del giocatore, teleguidandone diciamo l'esito. Ecco, immagino che le scelte fondamentali siano state quelle mostrate: "il metodo Vesemir" a Kaer Morhen, la fiducia riposta in Ciri mandandola da sola a colloquio con le maghe, lo starle vicino durante la visita alla tomba del ragazzo delle Skellige e il non inviarla dall'imperatore di Nilfgaard. Un po' pochine, come variabili ma ci stanno dai. Più che altro avrebbero potuto incastrare anche altre scelte compiute nel gioco, visto che ce ne sono tante. Immagino anche che altri possibili finali sarebbero stati: Ciri affronta sfiduciata la Profezia e muore, Ciri diventa imperatrice di Nilfgaard, Ciri diventa membro della Loggia delle Maghe. Giusto? Beh, se così fosse ho beccato il finale migliore, quello che in cuor mio speravo: lasciare scegliere a lei, responsabilizzarla per le sue azioni e le sue scelte, ma sperando in fondo che non abbandonasse la Via, quella del Witcher, quella di recente abbandonata violentemente da Vesemir. In tutto ciò c'è qualcosa che è rimasto aperto, irrisolto...una delle tre megere è fuggita con il medaglione della scuola del lupo: sarà materiale per un nuovo "The Witcher"?
...speriamo.