eh, scusate.. mi è scappato il dito al momento sbagliato.
rimetto quì, e tengo la q:
Tornato tra i monti da qualche giorno da quel di Lanzarote.
Ah, l'oceano! Finalmente sono tornato a immergermi in questo elemento che ahimè è sempre troppo lontano e difficile da raggiungere.
Ho alloggiato in appartamento con un amico e altri due conoscenti; nonostante questo colorito trio di personaggi mi superino in età di almeno 10-20 anni, mi sento libero di affermare che era come se fossi ospite di adolescenti incapaci di gestire le basilari funzioni necessarie alla sopravvivenza: lavare i piatti per esempio, non buttare gli incarti dei biscotti a terra in appartamento, comprare cibo e cose così.
Come da mia tradizione ogni volta che vado al mare il tempo non è mai ottimale, non ha piovuto, ma in compenso c'era tanto tanto tanto vento, nuvole ad oscurare il sole e faceva piuttosto fresco.
Poche onde per via del vento off-shore che soffiava incessante nella baia dove alloggiavamo; vento che spostava enormi quantità di sabbia che si depositava ovunque: in terrazza in una notte si è formato uno strato di un centimetro circa, insomma era la spiaggia a venirci in casa. Trovare sabbia anche nello spazzolino da denti è poco piacevole.
Surfare nello spot di fronte a casa era una lotta impari contro le forze del mare e del vento. Remate di mezzore per superare schiume tentando di raggiungere picchi inconsistenti per essere poi risputato in spiaggia dalla prima onda che provavo a prendere o semplicemente sospinto indietro dal vento mentre aspettavo l'onda "giusta".
In qualche altra zona dell'isola più protetta dal vento ho trovato condizioni più soddisfacenti, tornare in acqua dopo due anni è stato comunque più difficile di quello che temevo: sono caduto, ho esaurito ogni fibra muscolare delle mie spalle, sono stato frullato numerose volte, mi sono alzato in poche occasioni e ho curvato ancora meno, ma fa niente, mi sono divertito.
Ero nell'oceano.
Tra le onde.
Ecco la prima differenza tra me (presunto wanabe surfer) e loro, i miei soci (kiter da resort turistico): a me piace sentire il mare, adattarmi agli orari delle maree, provare ad interpretare quest'acqua che si muove anche se in fin dei conti sono un'incapace e un hippie* che "eh segui i tempi della natura" e bla. Codesti kiter entrano ed escono dall'acqua dalle 16 alle 19. Sempre. Si scazzano che esistono le maree, il resto del tempo lo passano guardando ogni cagata possibile trasmessa da eurosport e bevendo birra/mojito la mattina.
Non faccio di tutti gli aquilonisti un fascio, ci mancherebbe, esagero apposta, ma esiste una netta differenza tra chi si attacca ad una vela come se fosse uno sport qualunque come andare in palestra, giocare a tennis, a calcio - se capite cosa intendo - e chi invece si affida al vento per "surfare". Lo si nota osservandoli in acqua, i primi sono quelli che sono trascinati da questo aquilone, ma sono "scollegati" dal mare, ci rimbalzano sopra, sono sempre in ritardo o in anticipo rispetto al movimento del mare; gli altri sono più armonici, organici. Non parlo di capacità tecniche o di bravura, ma di un modo diverso di usare questo "strumento".
Ho provato ad attaccarmi ad una di queste vele, interessante, divertente, ma è tutto troppo complicato per me. Preferisco sguazzare in muta su una tavola anzichè dovermi preoccupare di vela, cavi, trapezio, barra, tavola, strap/non strap.
A proposito di muta: incredibilmente ho staccato io stesso il cartellino dalla muta nuova di zeccha che il nolleggio mi ha dato, niente puzza di piscio altrui. Era così nuova che non me la sono sentita neppure io di pisciarci dentro
Ho reincontrato un vecchio amico. Un disperato conosciuto 7-8 anni fa e mai più rivisto, quando ero un disperato io su un'isola di disperati. Una persona che non conosco a fondo, ma con la quale ho un legame profondo nonostante la distanza. Vederlo felice, sereno, sistemato con una brava ragazza... mi ha riepito di gioia. Ed è stata la cosa più bella di tutto.
*di cui abbiamo una rara foto: