Ancora sulla randomizzazione: non è forse parte integrante (e vitale) della competizione?
E' parte integrante della competizione nella realtà, ma non vedo perché dovrebbe essere considerata "vitale". Moltissimi sforzi, sia per chi organizza competizioni che per chi vi partecipa, sono riversati nell'appiattire quanto più possibile la componente randomica. Se c'è, è perché è inevitabile che ci sia nonostante si cerchi di annullarla.
In un ambiente virtuale, d'accordo, si può mettere una pezza a ciò che nella realtà è inevitabile (gomma forata, infortunio, brutto tempo : ) ).
Esattamente, ma finché la componente randomica influisce su tutti i partecipanti (e.g.: brutto tempo) il problema a mio avviso non si pone.
Detto ciò, non trovo così deplorevole esplorare nuove (per il videogioco) vie, un po' più simulative. Insisto sull'intenzionalità. Con tutto che, come per l'appunto dice Wolf, il fato di Miami è quantomai ingabbiato.
Finché le esplori nel singolo ti posso passare che la preferenza dipenda dai gusti personali, ma una competizione online con tale imponente componente randomica troverebbe (giustamente) ben pochi consensi.
A margine tra l'altro io sono molto spesso contrario alla simulazione della realtà nel videogioco, soprattutto quando impone scelte che minano parzialmente il game design (o ne aggirano e/o sminuiscono l'importanza).
Comunque sono dell'idea che, se si vuole offrire la possibilità del confronto, tale confronto debba avere solide e assodate basi comuni, in cui poi fare esplodere bravura e fantasia del singolo. Se mancano le basi comuni semplicemente non può esistere un confronto propriamente detto.