Copio-incollo dal blog le considerazioni post prima run, soprattutto quelle sul finale. Gli spoiler non sono espliciti ma solo vagamente allusivi. Lascio comunque sotto il tag apposito per sicurezza...
La scorsa notte ho finalmente completato la mia prima run a Bayonetta 2.
Le sensazioni a caldo sono contrastanti: ormai è banale ribadirlo, il gioco merita tantissimo, ciononostante culmina in una sorta di coito interrotto. Mi spiego meglio: è noto il prologo stratosferico del gioco, è ormai sulla bocca di tutti i fruitori il picco di epicità videoludica (sì, nel senso più compiuto del termine, sia del vedere che del giocare) che viene toccato nel quarto capitolo, e da lì ancora il gioco continua a dispensare piccoli climax costruiti ora più sullo spettacolo, ora più sulle applicazioni del combat in contesti di battaglia via via più esigenti e stimolanti.
L'ultimo picco ludico in senso stretto l'ho personalmente toccato coi livelli dal 7 al 12, un crescendo di suggestive visioni e di contesti bellici da nirvana dell'action.
Da quel momento in poi, inizia tutta una fase che prepara allo scontro finale.
Parliamo, sempre senza spoiler espliciti di quest'ultimo: si è detto tutto ed il contrario di tutto sull'ultimo boss, chi lo ha trovato troppo ridotto nella scala e perciò poco epico, chi più interessante da giocare rispetto a Jubileus del primo Bayonetta... La situazione è un po' più complessa di così in realtà.
Il combattimento a se considerato è secondo me più convincente dal punto di vista della fight pura, più concentrato, meno frammentato, più addomesticabile dall'abilità del giocatore senza passare per rigidi ed intervallanti eventini scriptati, E' una fight nel senso più genuino del termine.
Tuttavia il finale di un action non può e non deve ridursi ad una fight, è necessario cioè considerare tutto ciò che ha preceduto l'ultima battaglia e che ci è stato costruito attorno per rendere adeguatamente giustizia alla sfera percettiva dell'utente.
Qui capisco il disagio degli insoddisfatti dal finale, disagio che ho cercato di razionalizzare e tradurre in argomentazioni.
In primis Jubileus era per allestimento e svolgimento una boss fight molto diversa da ciò che l'aveva preceduta, quella di Bayonetta 2 è invece un qualcosa di meno inedito dato che si tratta della naturale rivisitazione ed evoluzione di uno scontro visto in forma embrionale per ben due volte, l'ultima proprio poco prima.
In secundis Jubileus arrivava dopo un esplosivo climax composto dalla sequenza momento-citazionistico-wow (la citazione di Space Harrier), Jeanne 4 (probabilmente il miglior 1:1 mai ospitato da un action game), scalata alla torre infarcita di folli battaglie, fake last boss, e momentino wow iperadrenalico (la corsa in moto sul razzo). In Bayonetta 2 le cose vanno in maniera un po' diversa e francamente meno climatica. L'ultimo vero climax che vede assoluto protagonista il combat e le sue applicazioni è dato dalla summenzionata sequenza di livelli dal 7 al 12.
Dal 13 in poi parte l'autocitazionismo all'insegna del fan service e della narrativa contestualizzata in battaglie: funziona tutto benissimo, davvero, il punto è che a breve distanza l'una dall'altra vengono proposte due sezioni avulse dall'uso ordinario di Bayonetta e del suo combat system, la prima è particolarmente lunga, la seconda troppo a ridosso del boss finale. Se stacchi la spina al core meccanico del gioco così a lungo nel giro di tre livelli, è ovvio che il giocatore arrivi all'ultimo scontro con ancora fame di battaglie ordinarie.
Immaginate come ci saremmo sentiti se dopo la sezione a la Space Harrier del primo gioco ci fossimo ritrovati direttamente al cospetto dell'ultimo boss senza quell'intero livello da scalare prima.
Ecco, Bayonetta 2 è po' così, sembra che manchi un intero livello di collegamento a saziare il residuo appetito di lotta ordinaria, livello che era peraltro legittimo attendersi dopo che per tutto il gioco un certo luogo è stato ripetutamente suggerito quale meta ultima del viaggio, per poi scoprire quali spazi effettivamente giocabili del luogo medesimo solo una piccola deviazione ed una scalinata.
La cosa ha del paradossale se si considera che Bayonetta 2 dura più del primo a dispetto di quanto il numero dei capitoli sembra suggerire.
Sono considerazioni che non sminuiscono la portata del gioco, che faccio in questa sede per placare quell'urgenza di condivisione che è un po' il leit motiv di questi live-blogging, per contribuire ad un dibattito oltremodo vivo tra i fruitori del gioco nel momento in cui scrivo, dibattito che probabilmente scemerà nel momento in cui l'approfondimento, il completismo e lo score attack saliranno in cattedra ergendosi ad assoluti protagonisti, com'è peraltro giusto che sia per un prodotto di siffatto tipo.
Tuttavia la prima run con un action è un po' la come "prima volta con quella ragazza", sai che subentrerà l'atteggiarsi della relazione sul lungo termine a decretare la riuscita o meno del rapporto, ma la prima volta è a suo modo unica, non si scorda, e per questo se ne vorrebbe un ricordo il migliore possibile.
Questa prima volta con Bayonetta 2 mi ha convinto quanto mi convinse a suo tempo quella col primo Bayonetta? Ni, ma non è in fondo così determinante per la futura ed inevitabile valutazione d'insieme.