Cerco di essere più chiaro: per me il pulsante "grazie" (che è simile al like ma anche diverso, a suo modo) serve proprio per uscire dal vuoto silenzio a cui conduce spesso la distanza del web. Di persona posso non avere voglia e tempo per ribattere o commentare, ma magari mi si produce sul volto un banale sorriso e tu che stai parlando lo noti, e capisci di ricevere dell'apprezzamento, di smuovere qualcosa. È contatto umano, semplice e fondamentale, che nella comunicazione web si perde. Qui quei sorrisi possono esserci come non esserci, ma tu non lo saprai mai. Rimanendo schiavo del tuo ego solipsistico. È per questo che esistono i like e gli emoticons. Per compensare una pesante mancanza del virtuale rispetto al reale.
Se l'altra faccia della medaglia è rischiare di aumentare il bisogno tossico di apprezzamento, è un rischio che vale la pena correre, con cui vale la pena giocare e confrontarsi. Magari anche educarsi. Dopotutto quel bisogno di attenzione esiste anche nella comunicazione reale, ne esistono i tossici conclamati, e con loro tutti gli strumenti codificati per farvi fronte. Anzi, nel virtuale ignorare è persino più facile... Pure troppo. E torniamo così al punto di partenza: all'utilità di uno strumento per dire "grazie, ti ho sentito anche se ho le dita stanche, un abbraccio"