Nel senso che, se davvero esistesse una suddivisione dei giochi in “sonari”, “nintendari” e/o “boxari”, giochi come i summenzionati non sarebbero stati neanche prodotti sulla Playstation, in quanto non rappresentativi della supposta utenza “sonarica”.
Invece, son presenti nel rooster dei titoli Sony ma, stranamente, assenti nel rooster dei titoli “nintendonici”, che, a seguire la logica che vorrebbe le utenze categorizzate in maniera piuttosto definita, dovrebbe essere, invece, la console d’elezione per determinate tipologie di giochi.
Il solo fatto che esistano, a parer mio, rende il discorso sulla “sonicità” etc.etc. privo di qualsiasi fondamento.
Il buon Giobbi mi ha anticipato ma vorrei risponderti ugualmente.
Lungi da me qualsivoglia sfumatura da consolewar, la questione a mio parere è di duplice natura: ludico-filosofica e commerciale.
Ludico-filosofica perchè a me sembra stra-evidente (ed è un concetto esternato più e più volte ad esempio quando si è chiesto a gran voce che Nintendo uscisse dal mercato hardware) che, in generale, l'approccio al videogioco della casa di Kyoto sia radicalmente diverso dalla maggior parte degli altri colossi del settore.
Commerciale, perchè è fin troppo banale far notare che la prima conseguenza del punto precedente è l'attirare (o meno) l'interesse di questa o quella fetta di utenza.
Attenzione però: in linea di massima tutte e tre le grandi (quindi Sony/MS/Nintendo) hanno ciascuna le proprie nicchie relativamente "atipiche". Ed il fatto che vengano prodotti dei titoli pensati per le suddette nicchie NON è in contraddizione con l'esistenza di una quota maggioritaria di titoli che, viceversa, rispecchiano le differenze di cui si diceva...
Si tratta semplicemente quasi sempre di produzioni di costo relativamente contenuto che tornano utili nell'ottica di un'offerta varia&variegata, ma stai pur certo che Sony spingerà molto più un Uncharted che non un The Last Guardian e, viceversa, Nintendo avrà
molto più a cuore il successo di uno Zelda che non un Fatal Frame.
Personalmente, penso che ben pochi giochi attingeranno al modo d’intendere un open world di questo Zelda.
[...]
Ma, secondo me, alla fine dipenderà da come effettivamente il titolo Nintendo sarà stato accolto dal pubblico, sopratutto da quello che non è esclusivo cliente nintendo.
Se l’accoglienza presso questi giocatori sarà elevata, è molto probabile che l’OW Zeldiano influenzi decisamente le produzioni future.
Se, invece, l’accoglienza sarà meno che strepitosa, penso che ognuno continuerà a seguire la propria via, il proprio modo di fare gli OW.
Ed anche questo, a parer mio, conferma tutto quanto detto in precedenza.
Nintendo ha tirato fuori un open world alla
sua maniera. Con tutti i pro e i contro del caso.