Credo che nei videogiochi più che in altre forme d'arte o media che dir si voglia valga il discorso secondo il quale un risultato complessivo può essere superiore alla somma delle singole parti.
Questo, unito al fatto che per predisposizione personale sono sempre più propenso ad apprezzare titoli che offrano qualcosa di non dico nuovo, ma peculiare e diciamo, dotato di anima propria, anche lì dove ci siano delle mancanze dal punto di vista meccanico o comunque elementi critici che è comunque giusto segnalare in fase di valutazione. Per intenderci, un gioco che alla fine mi lasci con il sentimento di aver vissuto un'esperienza memorabile riesce a farsi perdonare parecchie lacune, anche costitutive.
Per questo, nonostante sia nel 90% dei casi di una semplicità e facilità innegabili, nonostante non sfrutti al meglio le meccaniche che introduce, nonostante non offra di conseguenza il livello di sfida che molti potrebbero giustamente attendersi da un platform, questo è completamente irrilevante ai miei occhi alla luce delle altre cose che riesce a fare.
E le cose che fa, ad esempio la bellezza del suo mondo, l'intelligenza e l'immaginazione profusa nelle meccaniche, una storia che può può essere considerata summa di tutto ciò che è il videogioco, le fa dannatamente bene.
Insomma, non è una difesa alla sbarra di Tearaway, e posso benissimo capire che per molti possa essere un titolo se non indegno di attenzione, comunque non all'altezza delle proprie aspettative, ma ci tenevo comunque a giustificare il suo essere uno dei titoli che più mi hanno colpito del 2013.
E' tutto molto soggettivo, ne convengo.