manco esistesse solo quell'anime ,é pieno di robottoni vs mostri tipo Mazinga
Beh, da un punto di vista "marketing" ha senso, perchè i robottoni della mia generazione oggi sono, temo, pressocchè sconosciuti negli States (e mi sa anche in europa, tra le nuove leve). Cioè belli belli Jeeg e Mazinga, ma lì robot=Transformers. Sicuramente Sol ne sa più di me, ma credo che anche la penetrazione di manga e anime negli States sia particellare rispetto a i numeri generati da comics e fumetti "tradizionali". In questo scenario è ovvio che la serie più celebre cui parametrarsi, per un film a tema robotico e non Transformers, sia proprio Eva. Inoltre alcuni elementi visivi e scenografici sono proprio copiati paro paro da Eva, penso al plug in e alle "calzature" dei piloti, per tacere dei colori delle varie livree.
Assolutamente sì, confermo. Per fare un excursus pop-culturale:
I robottoni giapponesi classici, quelli di Dynamic Producion e i loro epigoni, hanno avuto un’eccezionale diffusione prevalentemente in Europa. L’Italia è il paese dove si sono più diffusi, con tutti gli annessi e connessi pop del caso.
Basti pensare che i Micronauti, rielaborati originariamente dall’americana MEGO in USA a partire da alcuni giocattoli robotici Takara (tra cui i Diaclone e, ovviamente, il modellino magnetico di Jeeg), sono stati rilevati dalla nostrana GIG, la quale ha continuato con successo a produrre e realizzare ex novo nuovi pezzi, che a loro volta sono stati importati in Giappone da Takara stessa. Leggere la frase in italiano “entra nel meraviglioso mondo dei Micronauti” sul catalogo giapponese Takara è motivo di orgoglio nazionale otaku
!
Anche in Spagna e Francia il fenomeno è stato molto sentito, visto che pure lì, per dire, venivano prodotti fumetti ispirati ai robottoni giapponesi ma realizzati da autori locali (come le nostrane rivistine Eroi della TV et similia).
n USA, ai tempi, erano i film sui daikaiju e i telefilm tokusatsu i principali prodotti pop nipponici importati in America, soprattutto a seguito del successo riscosso nelle Hawaii, dove inizialmente erano stati mandati in onda da alcune emittenti statali. Gli americani, in seguito, producono addirittura un cartone animato sul Grande G.
L’arrivo massiccio in USA di anime e manga in generale si ha solo durante gli anni Novanta, non è che non ci fossero appassionati prima, ma l’unica roba robotica giapponese ad aver riscosso un successo pop diffuso era Robotech, che comunque è un rimaneggiamento yankee e era un’isoletta solitaria nell’oceano di prodotti USA, dominato dai comic supereroistici e dai cartoni animati di Filmation et similia (MASK, G.I. Joe, Masters of the Universe, ecc.).
I robottoni per eccellenza, in USA, sono stati (e sono tutt’ora) i Transformers, che pur essendo sempre Takara, sono stati localizzati da Hasbro, la quale ha pensato a dare una sceneggiatura che collegasse i vari robot e avviato il processo di merchandising multimediale, risolto tra cartone animato (sceneggiato da americani) e adattamento a fumetti Marvel. I Tranformers per come li conosciamo (con la divisione in Autobot e Decepticons, la storia di Cybertron, ecc.), in sintesi, sono un prodotto americano, pur avendo origini giapponesi. E, come i Micronauti, sono poi tornati in Giappone nella veste USA.
Negli anni Novanta, arriva in USA la nippofilia, anche a seguito del successo di film come Akira o Ghost in the Shell e alla diffusione su vasta scala di PlayStation, che sdogana a tutti gli effetti il design giapponese.
Le fumetterie si gonfiano di manga (prima limitati a poche cose pubblicate principalmente da Viz comics), a New York SoHo viene sommerso da murales in stile jappo, l’effetto nostalgia porta alla produzione del Godzilla hollywoodiano ed emittenti locali mainstream come Cartoon Network mandano in onda Evangelion, che diventa cult e rimane impresso nell’immaginario dell’americano non appassionato di roba giapponese come robottone “altro” ai Transformers.
Dal 2003/2004 il fenomeno jappo si esaurisce a livello di massa, rimangono comunità nutrite (immense e attivissime se confrontate a quelle italiane o europee) ma, in generale, gli USA si riappropriano con orgoglio delle proprie icone pop.
Vengono prodotti gli adattamenti filmici degli eroi Marvel e DC, di G.I. Joe e di Transformers, nei Forbidden Planet i manga vengono relegati in soffitta (letteralmente, ora stanno quasi sempre ammassati in buzzichetti al secondo piano) e a Tmes Square non torreggia la pubblicità di Final Fantasy ma quella di Halo.
Per questo l’americano “medio” associa forzatamente Pacific Rim a Evangelion (sono giappi i daikaiju, indi i robottoni jappi GUIDATI DA UMANI sono Evangelion) anche se probabilmente non c’entra una mazza, mentre l’europeo ci va a cercare più qualcosa di nagaiano.
Sempre per questo, l’americano “medio” non ci vede nulla di male se il film è una indipendencedayata, visto che Transformers è l’icona robotica complementare a Evangelion ed è Buoni VS Cattivi e bòn. L’europeo, invece, che in Jeeg, Great Mazinger e in ogni altra roba robotica jappo anche cheap (come, chessò, UFO Diapolon) vedeva comunque sofferenza, personalità un minimo sfumate e controverse, temi più ampi, voleva qualcosa di, cafone sì, ma anche un attimino più profondo.
Scusate per l'OT e il papirone ^___^.