Detto questo, devo dire che la lettura di questo topic mi sta creando una forma di disagio, una sensazione strana che serpeggia tra le righe dei post. Ossia rilevo una strana distonia tra l'importanza del titolo in sé e l'attesa che s'è sviluppata con una, chiamiamola così, "forzatura" nel voler considerare aspetti positivi a dispetto di tutte le storture che emergono dai vostri post. In altre parole, sembra che il desiderio di "esserci" di "parlarne" adulteri quello che, a leggere, sembra un titolo tutt'altro che impeccabile (ma anche e solo "buono"), abbastanza vecchio per concezione e idee ma che va a cogliere un particolare segmento immaginifico di cui si sentiva la necessità.
Non lo so.
È che in casi come questi si può avvertire tutto il limite della forma scritta* e del confronto** con gli altri.
Perché l'esperienza di gioco si può manifestare in maniere difficilmente rappresentabili attraverso le parole, la disposizione lineare di pensieri, la costruzione di discorsi di senso compiuto e la ricerca di connessioni argomentative con questo e quell'altro.
Io son davvero contento di lanciare Cyberpunk, ma una volta dentro ne cavo Nmila sensazioni di tutti i tipi e cerco di riportarle qua, assieme a qualche riflessione. C'è un bordello di monnezza che mi urta nell'intimo ma che, a differenza che in altre esperienze in cui dico "ciao belli, vaffanculo, uninstall", riesco a sopportare, perché c'è anche dell'altro che mi prende bene e che mi spinge a continuare a giocare. Al punto che la volta dopo clicco sull'eseguibile animato dalla contentezza.
Detto questo,
@Xibal [che fine hai fatto?] era un sostenitore del pensiero ponderato da esternare a fine esperienza, mettendo al bando i post in itinere. Io invece sono sempre stato dell'idea che le impressioni, anche buttate di getto e a cazzo, dopo ogni singola sessione o a seguito di qualche rimuginìo a freddo, siano un prezioso specchio dell'esperienza concreta, in cui si cela molta verità, per quanto in maniera approssimata.
E ultimamente rivendico e mi godo tantissimo anche il lusso di poter non avere un'idea chiara, un'opinione compiuta su qualcosa, di rifuggire dall'obbligo di comunicare qualcosa di definito e univoco agli altri. Che cerchino un consiglio concreto sull'acquisto del gioco piuttosto che uno scambio di vedute sui massimi sistemi.
È una cosa troppo bella.
Anche perché, e qui è già da un bel po', non mi interessa influenzare gli altri [piuttosto l'andazzo del mercato, quello sì], mi pesa, mi fa schifo, non riesco a convivere con quella responsabilità, né voglio in alcun modo rispecchiarmi nelle aspettative altrui, qualsiasi esse siano, anche le più lusinghiere. Perché sono foto di te che la gente tiene lì e alla lunga rappresentano una forma di relazione vincolante che tende a toglierti un pezzo, qualcosa, arrivando anche a soffocare il resto.
Come diceva
@hob tempo fa TFP si usa un po' a mo' di blog personale in cui si butta giù la propria merda. Ed è esattamente così che lo uso da eoni.
Se poi ne viene fuori qualcosa di più, tanto di guadagnato.
*
quantomeno la mia, che non sono più abituato a mettere nero su bianco i miei pensieri, con lo sforzo preventivo di raccoglierli, ordinarli, razionalizzarli e metterli giù in una certa maniera. Che è già un procedimento trasformativo e quindi di suo altera la sostanza giocata**
ovvero: si interagisce con qualcuno, lo scambio si focalizza su alcuni aspetti e, a seconda dei toni e del livello di approfondimento, possono dare la percezione dell'essere rappresentativi di tutta l'esperienza, senza scordare che, botta e risposta dopo botta e risposta, le considerazioni possono incanalarsi in certe direzioni specifiche, togliendo spazio a tutto il resto, falsando ulteriormente la percezione generale