E no, non sto dicendo che servono gli extra per apprezzarlo di più, solo che la quantità abnorme di informazioni contenute oltre ad espandere la visione della pellicola ed avermi chiarito tutte le questioni sul passaggio da vero e proprio prequel a quello che è poi diventato, documentano come abbia mantenuto una linea ben definita nonostante l'ingresso successivo di Lindelof alla sceneggiatura.
Non capisco cosa intendi esattamente, perché la sceneggiatura iniziale di Spaihts faceva abbastanza schifo al cazzo (era più o meno il solito film di alien con xenomorfi a gògò).
Seconde te Lindelof sa scrivere sceneggiature?
Seriamente, Spaiths era un novello ma quando entra in corsa un altro scrittore in un progetto già da tempo avviato il rischio che ne esca un blob assurdo è dietro l'angolo.
Il tema del film non mi sembra affatto la sessualità.
Piuttosto la vita e la creazione della stessa, ma in termini decisamente anche asessuati.
"Big things have small beginnings." dice David quando analizza il liquido nero contenuto nelle capsule scoperte nella stanza della testa.
Il tema della creazione e della spiritualità (il crocefisso o i ricordi di Shaw relativi a suo padre) sono quelli evidenti, ma come nasce la vita, l'alieno, da un seme appunto e da un atto violento (
"Il trucco, William Potter, è dimenticarsi che fa male.", cita l'androide da
Lawrence d'Arabia, vita che lui non può appunto generare da se stesso, dal suo corpo, ma può creare attraverso un'azione violenta) sono sempre riconducibili a un gesto di penetrazione, di introduzione di qualcosa. Lo sono fin dall'incipit del film.