Delusione oltre le più modeste aspettative.
Cioè, passi tutto, ma da una produzione del genere e dai professionisti coinvolti (sia dietro che davanti alla macchina da presa) è impossibile accettare uno script e dei dialoghi tanto dozzinali.
Personaggi caratterizzati malissimo, tutti. Sì, anche il personaggio di Fassbender è meno che monodimensionale (Bishop di
Aliens a confronto è roba da tragedia di Shakespeare), solo che Fassbender è un mito e ha nel suo DNA l’aplomb necessaria per donare il giusto carattere alla figura di David.
Trama che per tre quarti è scontata (ma siamo proprio a livello di un qualsiasi B-movie di fantascienza da cineasta esordiente brufoloso, ha prodotto roba più interessante Roger Corman copiando
Alien, lo penso sul serio, eh) e per il restante un quarto stupidamente velleitaria, nonché fastidiosamente incompleta-convoluta, come se dovesse spiegare chissà quale mistero universale (quando la banalità delle premesse non mi stimola nessuna ansia da spiegone, anzi, per me può pure finire tutto così).
Regia e fotografia buone, ma devote al calligrafismo più sfacciato e autoreferenziale.
Nel complesso, un film ‘presuntuoso’ nel senso letterale del termine, ovvero presume, a priori, di essere un prodotto ben fatto e ‘intrippante’, ma in realtà è solo un progetto che è stato portato a termine navigando a vista e si vede lontano un chilometro.
Una roba che non ha bisogno di un sequel ma, piuttosto, di diverse ‘patch’.
Nella mitologia a cui credo si ispiri il film i creatori della razza umana non erano unanimamente d'accordo sulla realizzazione di questa creatura, ne odiavano le imperfezioni, l'ignoranza in fatto di malattie e soprattutto l'impurità genetica, ovvero il fatto che si accoppiassero tra di loro (dopo la "rivelazione" di uno di loro ai due progenitori circa la possibilità di fare tutto da soli, sperimentandone sia i lati positivi che negativi, poi trasformati nei concetti di bene e male...) generando soggetti sempre più geneticamente lontani dai progenitori.
Degli episodi biblici che trattano del diluvio universale si ritiene che uno corrispondesse all'apertura di una diga sotto l'Edin (giardino recintato) proprio per eliminare gli impuri, tra i quali si decise di salvare Noè perchè "integro"(nelle Bibbie moderne tradotto in senso morale, ma probabilmente riferito ad una integrità di natura genetica).Non tutti i creatori sono intenzionati a distruggere l'umanità, ma solo alcuni, per il timore che col tempo possano diventare "come gli dei", soprattutto sviluppando la tecnologia per ottenere un proprio schem(nella Bibbia moderna spesso tradotto con "nome", e quindi rinomanza, in altre tradizioni indicante un veicolo per spostarsi ed eventualmente raggiungere anche lo spazio e la dimora degli dei, vedi l'episodio della torre di babele)
Oh, io apprezzo sempre le tue letture personali,
Xibal, anche quando fatico a riallacciarle a quelli che ritengo essere gli effettivi valori del prodotto di cui parli, perché sono convinto che il bello di un’opera, di qualsiasi tipo, risieda anche nella sua capacità di stimolare le riflessioni del fruitore, pure se queste sono lontanissime dal pensiero dell’autore o lo valorizzano ‘immeritatamente’.
Stavolta, però, mi sembra che tu stia dando un po’ troppa ‘profondità’ aggiunta a una serie di teorie trite e ritrite, implementate nel film a livello di libretti anni Settanta di Peter Kolosimo. A me pare solo un tentativo di rendere epico e più profondo
Alien in maniera artificiale e scomposta, creando uno spin-off dove la fanta-archeologia-antropologia à la
Voyager faccia da canale per arrivare a fumose elucubrazioni sull’origine dell’uomo e su Dio.
Il risultato mi sembra molto confuso e nella sostanza terra-terra, ma tanto eh, pure Prometheus come topos-icona-riferimento è una roba lame, a livello di yankee che ha imparato la mitologia greca su
God of War e la Divina Commedia su
Dante’s Inferno.
Sarà la delusione e la sfiducia mista a cinismo che, di conseguenza, si è impadronita di me, ma proprio a livello di trama io la vedo molto più semplice e lineare:
l’alieno dell’inizio è stato condannato dai suoi simili all’esilio su un pianeta disabitato, la Terra. O per scontare effettivamente la sua pena o per non morire d’inedia, l’alieno si suicida ingurgitando la cicuta mutante, il DNA si scinde, si modifica e rielabora, nasce l’uomo. Gli alieni si accorgono che è nata una specie a partire dal DNA di un loro simile criminale e ci considerano, di conseguenza, dei soggetti potenzialmente pericolosi. Decidono di eliminarci.
L’unica teoria che mi pare emergere dal tutto è che l’uomo è nato per caso/errore e per giunta a partire da un ‘peccatore’. L’insistenza con cui nel film quasi si ‘apostrofano’ i personaggi con il termine di “dottore” e l’attaccamento viscerale, insensato, della protagonista alla fede, sembrano voler ironizzare sulla nostra pervicacia, sia scientifica che mistica, con cui cerchiamo di dare un valore centrale all’origine della specie umana, quando questa, in verità, è solo uno scherzo del caso. Non mi pare nulla di trascendentale, sinceramente, visto che la casualità dell’origine della vita sulla Terra è una roba che leggevo sui libretti dei dinosauri da bambino, molto prima dell’università, tanto che, nella comunità scientifica, è ormai un pensiero piuttosto comune e stratificato da parecchio tempo. Un pochino più simpatica sembra la lettura sul piano religioso, ossia l’eventuale mitologema dell’uomo nato dal ‘peccato’ rivisitato in chiave aliena, ma in ogni caso mi pare ‘robetta’ a fronte dell’enfasi con cui si monta l’aura di mistero, eh.