Ambiguo.
Non mi viene altro termine.
Sicuramente è un gioco che richiede il giusto tempo per essere metabolizzato, una seconda run per approfondirlo ad un livello di difficoltà maggiore secondo me è indispensabile per valutare il complesso.
Probabilmente tutto quest'alternarsi di fasi crea disturbi nel giocatore, è tipo un horror sotto LSD, sia nella forma che nella sostanza.
Detto ciò sono arrivato a metà (credo) del decimo capitolo e continuo a sentire la mancanza di libertà d'approccio di alcuni livelli (tipo il villaggio di RE4), purtroppo si passa da momenti belli giocattolosi a capitoli quasi interamente story driven.
In ultimo vorrei tornare un attimo sulla difficoltà, anch'io come Kairon non sono un mostro, ritengo di aver compiuto le mie discrete imprese videoludiche ma sono tutte frutte dell'impegno e non di abilità innate.
The Evil Within non è affatto complesso a Normal, ma non è solo il numero di morti complessive totalizzato fin'ora a parlare per me (a naso tra le 20/30) ma il fatto che in inventario ho 100 utensili per creare i dardi, che approssimativamente significa che ho virtualmente una scorta infinita di razzi esplosivi per la balestra con cui concludere il gioco, ovviamente questo senza aver giocato troppo al risparmio.
Quindi mi chiedo, com'è possibile abbandonarlo per frustrazione?
Ah le pippe!