Beh, che dire? Finalmente un film che restituisce il gusto ludico per i supereroi, quel senso di meraviglia dello straordinario che contrasta l’impossibile. Nel suo genere è una specie di pietra di paragone. Purtroppo l’ho visto con gli occhi dell’ignoranza o qualcosa di molto vicino ad essa quindi mi riservo di giudicarlo relativamente alla sua coerenza filmica. Un film così corale necessita di scelte e come è avvenuto per “Il Signore degli Anelli” anche in questo caso sceneggiatore e regista hanno le loro preferenze e il film presenta delle priorità ben evidenti. Particolarmente riuscito il passaggio concettuale che vede delle personalità egoiche ed indipendenti farsi gruppo dopo aver sperimentato i limiti dell’arroganza.
Ironman: giustamente sovraesposto visto il carisma dell’attore, brillante e capace di regalare le battute migliori del film, come portare per culo Kenneth Branagh per Thor, “Ma cos’è, Shakespeare d’estate? ”, ovviamente è il personaggio maggiormente delineato avendo alle spalle un paio di film. Forse avrei tagliato la sua partecipazione a tutte le scene cruciali del film, visto che quello che capita di veramente risolutivo è per sua azione e volontà. Monumentale.
Captain America: Lost in translation #1, ho proprio la sensazione che il nostro Cap, leader indiscusso dei Vendicatori abbia ricevuto in sorte la funzione di uomo di fatica, visto che per buona parte del film si aggira chiedendo: “Posso fare qualcosa? Lì vi serve una mano?” Ok che proviene da un mondo che non è più ma forse avrei osato anche un po’ più di retorica visto che alla fine la sua funzione era proprio questa, fornire un nerbo ideologico ai Vendicatori, creare quel collante tra personalità difformi attraverso il proselitismo di alta statura. Invece si limita a saltare di qua e di là facendo fuori temibili soldati con la pistola d’ordinanza, diventando, nella battaglia finale, quel leader che nello svolgimento del film non trova troppa giustificazione. Immagino che il suo scopo fosse incarnare quella spina dorsale silente dell’esercito, quei soldati invisibili ma necessari che obbediscono e si sacrificano. Non so, a mio modo di vedere assieme a Thor, uno dei sacrificati dalla penna ingiusta dello sceneggiatore.
Thor: Lost in translation #2, leggo che il nordico sia considerato un coglionazzo. Avendo un’idea più approfondita del personaggio secondo me è proprio il contrario, nel senso che il suo utilizzo a volte limitato e in altri casi divertito deriva proprio dalla sua estrema forza e serietà e lo sceneggiatore si è visto costretto a relegarlo in codesto ruolo. Praticamente è un alieno, che viene da un contesto para-mitologico e che si esprime attraverso un linguaggio aulico e grave. Bellissima la solennità con cui denuncia l’adozione di Loki, molto azzeccata visto l’importanza del legame di sangue nelle società guerriere dell’antichità, sottolineatura accolta ovviamente da una modernissima perplessità. Ovvio che si presti alle perculate di qualsivoglia ma era l’unico modo di trattare un personaggio che ha la forza di un semidio (lo scontro tra Ironman e Thor necessitava di circa 15 secondi in condizioni normali…), scatena il tuono, provoca terremoti ecc. ecc. Come si gestisce uno così se non limitandolo in ogni modo? Wikipedio, anche per sottolineare alcune differenze con il fumetto:
“Durante lo scontro fra Capitan America e Thor, l'impatto fra il suo martello e lo scudo di Cap porta gli astanti ad interrompere il combattimento a causa dell'onda d'urto generata dalle armi, rimaste intatte, che sbalza via l'asgardiano. Questo risulta in contraddizione con la continuity fumettistica, poichè Mjolnir è piu duro dello scudo (rispettivemente sono il secondo e il terzo oggetto piu duro dell'Universo Marvel), e quindi nell'impatto lo scudo avrebbe dovuto rompersi. E' possibile, d'altro canto, che Thor non abbia, per quanto irato, deciso di colpire il capitano con violenza tale da deformare lo scudo, cosa che avvenne nei fumetti durante il regno del Tonante come sovrano di Asgard.
Sempre nel citato scontro, Iron Man riesce ad assorbire il fulmine scagliatogli da Thor e ad usarlo per potenziare oltre misura l'armatura: anche questo risulta contraddittorio, in quanto, in uno scontro svoltosi recentemente nei fumetti (Thor vol.3 numero 3), il fulmine di Thor ha l'effetto contrario ovvero quello di sovraccaricare e rovinare completamente l'armatura di Iron Man. Anche qui la spiegazione può trovarsi nel fatto che il dio del tuono non si stesse impegnando particolarmente.”
Ma francamente ci si arriva da soli!
Quindi poco da dire: il personaggio risulta assai sacrificato poiché ingestibile ed è un peccato visto che dal punto di vista dell’etica e dell’onore è senza dubbio uno dei personaggi che meglio incarna la figura del guerriero. Ma eradicato, in mezzo al genio cinico, all’assassina glaciale e allo scienziato razionalista l’unica figura che poteva fare è questa. Sprecato.
Hulk: il destino era già segnato, come quello di Thor, personaggio imbattibile = relegato a un ruolo marginale. Invece Banner è stato trattato con maggior intelligenza perché si è aspettato il momento migliore per scatenarlo vale a dire l’apocalisse finale, in cui la sua esagerazione avrebbe trovato un contesto appropriato e fuori dal confronto con gli altri- Hulk spacca, Hulk rompe, Hulk è talmente simpa che anche picchiando gli amici fa ridere da paura. Epica la scena con Loki, credo che utilizzata giustamente possa bissare il successo della celebre scena del film “La caduta” con Hitler. Non male Ruffalo, non so perché è quello che più mi ha ricordato il protagonista del vecchio telefilm con Lou Ferrigno e mi ha restituito quel senso di impotenza e fragilità. Ottimo, uno dei più convincenti.
Vedova nera e Occhio di Falco e Nick Fury; boh, cercando qua e là sembra proprio Scarlett sia stata messa dentro a forza visto che con la controparte cartacea ha poco a che vedere. L’attrice a me piace ed è pure brava però non so…A me convince poco oltre al fatto che le rivelazione sul suo passato intra film e non ad appannaggio dell’esperto di fumetti è alquanto fumoso e non si riesce ad entrare in empatia con lei. Forse la Marvel avrebbe dovuto dedicare un film a lei e a Occhio di Falco, la cui letalità è solo negli occhi di guarda. Per l’arciere siamo messi anche peggio, attore infelice e personaggio del tutto cambiato, e francamente il volto coperto avrebbe fatto comodo non poco! Nick Fury me l’aspettavo più centrale e secondo me prende troppo un po’ la tematica che avrebbe caratterizzato di più Captain America.
Loki: premettendo che forse è il miglior attore del gruppo, il Loki di Avengers tira fuori anche il suo lato infantile e puerile, con un modo di provocare più diretto rispetto al personaggio tormentato del film di Thor. Come per il fratello, la sua solennità diventa lo sberleffo dei personaggi concreti e cinici e la battaglia finale è un po’ uno sputtanamento continuo. Vabbè, poco male, avrei speso qualche parola in più per Chitauri e compagnia bella.
Come concludere quindi? Semplice, un film così non era semplice da realizzare e alla fine il risultato è mirabile, al di là degli equilibri tra i personaggi. Difficile tornare indietro. Ora aspettiamo il terzo Batman nolaniano per qualcosa di più serioso, senza superpoteri e con tanti super problemi.