La scelta di Sony ha dei risvolti facilissimi da capire, con qualche (non grave) rischio correlato.
Semplicemente, i tempi di sviluppo dei giochi first party sono lievitati al punto che è possibile avere un anno (o addirittura due) in cui non hai proprio nulla di nuovo da presentare a una grande fiera. E all’E3, se ci sei e sei Sony, devi sbancare, o almeno provarci. E se sei Sony, per sbancare devi avere un God of War, un gioco Naughty Dog, un Gran Turismo, va bene anche uno Knack se proprio non hai altro, ma devi avere roba grossa. Evidentemente, non ce l’hanno. E non hanno neanche roba da far annusare e che uscirà nel 3519, tipo Shenmue 3 o FF7 Remake, con cui Sony vinse l’E3 2015 e che sono ancora in progress.
Dall’altra parte, cosa rischiano? Che Microsoft si becchi tutte le attenzioni? Qualsiasi cosa MS presenti in assenza di Sony, Sony prenderà appunti e controbatterà colpo su colpo alla prossima grande presentazione, come già accaduto in quel famoso E3 “ecco come si potranno condividere i giochi usati su PS4”. MS annuncia XBox Scarlett con potenza X? Sony aspetta 6-8 mesi e presenta PS5 con potenza X+1. E ci risiamo.
Certo, l’E3 è comunque LA fiera di riferimento videogiocoso per la massah ignoranteh che vive di hype belluino, perciò non presentarsi lì potrebbe dare qualche colpo all’hype. Ma il campanilismo videoludico è forte. Un’assenza giustificata è meglio di una figura di merda.
Comunque mi fanno scassare quelli che “l’E3 ormai non conta più un cazzo, bye bye” e “tanto l’E3 Sony 2018 è stato una merda”. Io mi ricordo che il video di The Last of Us 2 ha fatto aumentare significativamente la popolazione mondiale di scimmie dalla sera alla mattina, anche se ce l’hanno messa tutta per far tornare a dormire gli spettatori europei alle 3 del mattino con Gustavo Santaolalla che suonava il banjo in diretta.